L’Associazione WWF Lecco, in collaborazione con CROS Varenna, organizza un weekend naturalistico in alta Val Biandino, luogo di notevole pregio ambientale dove è ancora possibile osservare fiori e animali rari. L'escursione rientra nel programma di ricerca della salamandra nera alpina nel territorio lecchese. Dopo la prima uscita effettuata lo scorso giugno sul versante orografico destro della valle con appoggio al Rifugio Santa Rita, il WWF lecchese propone ora una seconda uscita "divulgativa" per il 15/16 settembre, questa volta sul versante sinistro della val Biandino con pernottamento al Rifugio Grassi. Anche questa escursione sarà guidata da esperti naturalisti e specialisti, che accompagneranno i partecipanti alla ricerca dei più interessanti aspetti botanici, geomorfologici e faunistici della Val Biandino. 30 giugno e 1 luglio 2012: Tra fiori, uccelli e salamandre, weekend di osservazione e ricerca nella splendida Val Biandino. L’Associazione WWF Lecco in collaborazione con CROS Varenna, organizza un weekend di osservazione e di ricerca in alta Val Biandino, luogo di notevole pregio naturalistico dove è ancora possibile osservare fiori e animali rari. In quest’occasione l’Associazione organizza la prima campagna di ricerca della salamandra nera alpina nel territorio lecchese. Le uscite sono guidate da esperti naturalisti e specialisti del Centro Anfibi del Lago d’Endine, del WWF Lecco e del CROS Varenna, che guideranno i partecipanti alla ricerca dei più interessanti aspetti botanici, geomorfologici e faunistici della Valle. L'anno scorso ha coinvolto i comuni di Lecco e Galbiate, quest'anno si riparte con Bellano e Dervio. Torna "Amici con le ali", due serate sul tema di rondini e pipistrelli, per far conoscere le abitudini di queste due specie, il loro comportamento, per sfatare paure e soprattutto per sensibilizzare sulla loro drastica riduzione...
L'evento è stato proposto dal WWF Lecco, in collaborazione con il Comune di Bellano e il Comune di Dervio, grazie allo specifico impegno dei rispettivi Sindaci Roberto Santalucia e Davide Vassena. Le due Amministrazioni hanno proposto un appuntamento condiviso:
Venerdì è toccato invece a Stefano Riva, figura storica e Referente del Settore Conservazione del WWF Lecco che ha presentato la serata “A volo di rondine sul Lario... i segreti dell'ambasciatrice di primavera”. Due specie diverse, rondini e pipistrelli, ma con un denominatore comune: il fatto che in momenti distinti della giornata si nutrono di zanzare, mosche e moscerini. nel corso degli incontri si è voluto far conoscere meglio le abitudini di queste due specie, il loro comportamento, di sfatare paure e soprattutto di sensibilizzare sulla loro drastica riduzione. Attraverso proiezioni e il racconto appassionato dei relatori si è cercato di avvicinare questi “amici con le ali”, scoprendo anche la loro grande dote “insetticida” e imparando che la convivenza pacifica è un vantaggio anche per l'uomo Il CRAS - Centro Recupero Animali Selvatici di Valpredina (Bergamo) è una struttura realizzata dal WWF Italia che ha lo scopo di recuperare animali selvatici feriti o in difficoltà per curarli e rimetterli in libertà. Ogni giorno vengono curati nei CRAS WWF, presenti in tutta Italia, aironi, cicogne, gru, ricci, ghiandaie, caprioli, tassi, poiane, civette, lupi, aquile... Sono feriti da fucili da caccia, dai bocconi avvelenati, dall'impatto con automobili o con i fili dell'alta tensione. Spesso sono vittima delle trappole dei bracconieri o degli spari dei cacciatori: la foto a corredo di questo articolo mostra la radiografia, in cui sono ben visibili i pallini da caccia, della poiana abbattuta la scorsa primavera a Monte Marenzo (LC) da cacciatori autorizzati dall'Amministrazione Provinciale di Lecco (vedi la nostra News Poiana abbattuta "per sbaglio" dello scorso marzo 2011) e ricoverata proprio nel CRAS dell’Oasi WWF di Valpredina. Come WWF Lecco abbiamo acquistato oltre 500Euro di materiale sanitario, destinato alle attività del CRAS di Valpredina. Si tratta di cannule, bende, siringhe, guanti, cerotti... e di un aspiratore chirurgico. Tutto materiale destinato alla cura degli animali ricoverati. È un piccolo contributo, ma importante perchè i fondi stanziati sono quelli raccolti grazie all’impegno dell’Associazione WWF Lecco e quindi di tutti gli attivisti. "Cari tutti, Vi informo che oggi alle ore 13,00 è arrivato ... il corriere che ha consegnato il materiale ordinato. Tutto Ok. Rinnoviamo a tutti Voi i nostri ringraziamenti, per ora solo via mail, in attesa di sentirci al più presto." Sono le parole con cui Matteo Mauri, responsabile del CRAS di Valpredina, ringrazia il WWF Lecco. Anche nel bilancio preventivo 2012 del WWF Lecco abbiamo ipotizzato di destinare una parte dei fondi raccolti con le varie attività a progetti specifici e concreti per la tutela e la protezione dell’ambiente. Un comunicato stampa emesso dalla Provincia di lecco ci ricorda, per chi non se ne fosse accorto, che domenica 18 settembre è iniziata ufficialmente la caccia su tutto il territorio provinciale. Nelle scorse settimane è cominciata la strage per caprioli, cervi, cinghiali e camosci. Ora tocca a lepri e tordi, merli e fringuelli. A ottobre sarà la volta di galli forcelli e coturnici, ne sono rimasti pochissimi esemplari in Valsassina ma sempre legalmente sparabili dagli amanti della natura con la doppietta. E poi ci sono le uccisioni illegali di fauna di cui sarebbe vietata la caccia: piccoli migratori e rapaci, è di questa primavera la notizia dell’abbattimento “per sbaglio” di una poiana a Monte Marenzo. Oltre agli "sbagli" c'è poi il triste fenomento del bracconaggio... Naturalmente secondo le associazioni venatorie i bracconieri non sono cacciatori (per carità! orrore, orrore!...). La foto di questo articolo mostra infatti un esemplare di balia nera, un insettivoro migratore di 15 grammi, incluso nella lista delle specie più protette d'Europa e sequestrato domenica scorsa in provincia di Brescia dalle Guardie WWF Lombardia a un cacciatore con regolare licenza di caccia. È solo un esempio: negli ultimi anni le Guardie Venatorie del WWF hanno sequestrato migliaia di capi illegalmente abbattuti e nella stragrande maggioranza dei casi i denunciati sono cacciatori con regolare licenza e regolare iscrizione alle associazione venatorie. Oltre ai danni alla fauna, ci sono naturalmente i rischi per le persone: due anni fa la stagione di caccia nel lecchese iniziò addirittura con un morto in località Neguggio dove un cacciatore ne uccise un altro. Quest’anno l'apertura è stata più tranquilla: a Lierna un capannista di 69 anni ha probabilmente scambiato la figlia per un merlo impallinandola e rendendo necessario l’intervento dell’elisoccorso per trasportare la sfortunata donna all’ospedale Manzoni di Lecco. Niente di grave, per fortuna. A Besana Brianza ad un altro cacciatore cinquantenne, residente a Casatenovo, è andata meno bene: rischia di perdere la vista da un occhio, colpito da un altro cacciatore durante una battuta alla lepre. Tra l'altro il responsabile si sarebbe allontanato minimizzando l'accaduto e non fermandosi a soccorrere il malcapitato. Se volete farvi un’idea più completa deei rischi della caccia e più i generale dei pericoli connessi al possesso di armi “legalmente detenute” da cacciatori date un’occhiata al sito www.vittimedellacaccia.org. La cattiva notizia è che se nel weekend qualcuno pensa di farsi un giretto in campagna oppure nei boschi della Valsassina a cercare i primi colori dell’autunno, rischia parecchio... il nostro consiglio è di girare con abbigliamento dai colori vivaci e magari un bel cartello “non sono un fagiano". La buona notizia è che sul territorio lecchese circoleranno circa 2.800 doppiette, tante, sempre troppe, ma comunque circa 200 in meno dell’anno scorso e con un’età media sempre più alta. È questione di tempo, ma grazie al cielo l’anacronistica barbaria della caccia, sostenuta per gli interessi di uno sparuto numero di persone ai danni dell’intera comunità, è destinata a estinguersi. A chiusura dell'evento "Amici con le ali", pubblichiamo alcune immagini delleserate svoltesi a Lecco, Galbiate e Pescate, sul tema di rondini e pipistrelli, per far conoscere le abitudini di queste due specie, il loro comportamento, di sfatare paure e soprattutto di sensibilizzare sulla loro drastica riduzione... L'evento è stato proposto dal WWF Lecco in collaborazione con Parco Monte Barro con un doppio appuntamento che si è tenuto mercoledì 6 e giovedì 7 aprile a Lecco a Palazzo Falck ed è stato ripetuto il mercoledì 13 e giovedì 14 aprile a Galbiate in Villa Bertarelli, sede del Parco Regionale Monte Barro.
Le serate del mercoledì dal significativo titolo “Fino a quando diremo: Benvenuta rondine?” hanno avuto come tema quello di cercare di capire il perché della costante diminuzione dei voli di rondini nei nostri cieli primaverili e sono state tenute da Giovanni Gottardi, ornitologo, socio fondatore del Gruppo Ornitologico Lombardo G.O.L. e vicepresidente del WWF Lombardia, con un interessante intervento sulle migrazioni delle rondini, e da Domenico Barboni, Guardia Ecologica, fotografo naturalista, autore di numerose pubblicazioni didattico divulgative, nonché guida naturalistica e curatore del museo della civiltà contadina nel Parco Agricolo Sud Milano. Il giovedì è stata invece la volta de “Il magico mondo del pipistrello, tra miti, leggende e false credenze”. Animatore della serata l'attivista del WWF lecchese Felice Farina, chirotterologo, socio fondatore dell’Associazione FaunaViva e socio del Gruppo Italiano Ricerca Chirotteri, che da oltre vent’anni si occupa della ricerca e salvaguardia dei pipistrelli e in tale ambito è una figura di riferimento a livello nazionale. Due specie diverse, rondini e pipistrelli, ma con un denominatore comune: il fatto che in momenti distinti della giornata si nutrono di zanzare, mosche e moscerini. nel corso degli incontri si è voluto far conoscere meglio le abitudini di queste due specie, il loro comportamento, di sfatare paure e soprattutto di sensibilizzare sulla loro drastica riduzione. Attraverso proiezioni e il racconto appassionato dei relatori si è cercato di conoscere meglio questi “amici con le ali”, scoprendo anche la loro grande dote “insetticida” e imparando che la convivenza pacifica è un vantaggio anche per l'uomo. In chiusura Felice Farina ha fatto da guida in un’appassionante serata con il “batdetector”, alla ricerca di pipistrelli lungo l'alzaia dell'Adda a Pescate. Il WWF Lecco si sente in dovere di ringraziare (oltre naturalmente ai relatori delle serate...):
E' notizia di giovedì 9 marzo l'abbattimento di una poiana a fucilate ad opera di cacciatori autorizzati dall’Amministrazione Provinciale di Lecco nel comune di Monte Marenzo, durante la campagna di "contenimento numerico" della cornacchia grigia, ritenuta, nel retaggio mentale dei cacciatori e oggi anche degli amministratori di Villa Locatelli, specie "nociva". Questo significa cacciatori a scorazzare armati nelle nostre campagne anche in queste prime giornate primaverili in cui molte famiglie vorrebbero poter passeggiare in un bosco o nei prati e godere delle bellezze del nostro territorio senza rischiare di essere scambiati per una specie “nociva”, come è successo alla poiana abbattuta scambiata per una cornacchia (!...). L'episodio, estremamente grave, è la diretta conseguenza dell’assoluta superficialità con cui l'Amministrazione Provinciale di Lecco sta gestendo la nostra fauna, in un atteggiamento che vuole solo accomodare le richieste del mondo venatorio, ed in mancanza di informazioni scientificamente supportate sullo stato di conservazione della stessa. Dopo che la Provincia di Lecco ha autorizzato, su dettagliata ed esplicita richiesta dell'Ambito di Caccia Meratese guidato dal Presidente di Federcaccia Lecco, Giuseppe Aldeghi, la campagna di abbattimento della cornacchia grigia, assistiamo durante l’operazione di “contenimento” all'abbattimento “per sbaglio” di una rara Poiana (Buteo buteo), uno splendido rapace con una apertura alare dai 110 ai 130 cm, specie particolarmente protetta dalla legislazione italiana. Pressapochismo e leggerezza nella gestione dei problemi di conservazione della fauna, delega al mondo venatorio delle operazioni che sarebbero di competenza delle Guardie Venatorie provinciali, ingiustificata psicologica dipendenza degli amministratori locali alle istanze dei cacciatori, costante riduzione del personale dedicato alla vigilanza venatoria... tutti fattori che mettono la nostra provincia nelle condizioni peggiori per poter almeno sperare in una seria tutela del nostro patrimonio faunistico. Dopo aver autorizzato l'abbattimento di svassi e cormorani, dopo il “contenimento” della cornacchia grigia a suon di fucilate, dopo le volpi e le nutrie, l’Amministrazione provinciale lecchese investe tempo e risorse economiche per accontentare uno sparuto manipolo di cacciatori senza ottenere alcun risultato concreto! D'altra parte non si vede il benché minimo impegno per una vera gestione conservazionistica della nostra fauna. Anzi, laddove le associazioni ambientaliste stanno operando volontariamente con continuità e grandi risultati con proprie risorse (censimenti della avifauna migratoria, monitoraggio della migrazione nuziale dei rospi, interventi a favore dei chirotteri, vigilanza dei siti di riproduzione dei rapaci rari in provincia di Lecco...) si viene piuttosto derisi e ridicolizzati dagli stessi Amministratori. Ci auguriamo che l’Assessore all'Ambiente Dott. Signorelli nonché il Presidente dell'Amministrazione Daniele Nava, cambino decisamente rotta e mentalità, rendendosi conto che questa non è più la strada da percorrere e che i tempi sono cambiati: la nostra fauna ed il nostro territorio hanno bisogno di una tutela più seria e competente, in cui non ci sia più spazio per le vecchie e superate visioni del mondo venatorio. Stiamo preparando le batbox per la prossima primavera! Grazie all'impegno "pratico" del nostro attivista Antonio Rigamonti e al supporto dell'amico Felice Farina, ornitologo, esperto in attività di ricerca e monitoraggio di uccelli e chirotteri, abbiamo cominciato la preparazione delle batbox che proporremo poi nel corso di una serata divulgativa che stiamo organizzando per la prossima primavera. Le batbox, per i pochi che non lo sapessero (...) sono cassette nido un po' particolari, destinate a ospitare i pipistrelli che, a inizio primavera, lasciano i rifugi invernali (grotte, caverne e scantinati) per trovare “casa” vicino a luoghi ricchi d’insetti. Non è facile per loro trovare un posto adatto per riposare di giorno e cacciare di notte. Non ci sono più, o sono davvero poche, le vecchie case dove rifugiarsi... Ecco perchè possono rivelarsi molto utili le batbox, ovvero rifugi artificiali fatti apposta per loro, che potranno essere appese alla parete esterna della casa, meglio se al riparo sotto la grondaia del tetto. Quando tali rifugi saranno colonizzati avremo per alleato un formidabile cacciatore di insetti. Un pipistrello può cibarsi di migliaia di insetti in una sola notte, dunque, altro che piastrine e zampironi! Il pipistrello può quindi essere un regolatore naturale contro l’invadente presenza di moscerini e zanzare, che disturbano le nostre serate primaverili. La preparazione e l'assemblaggio delle nostre cassette è completamente artigianale: gli attivisti hanno preparato e tagliato le assi di legno, assemblandole poi con colla, chiodi e viti, secondo l'esperienza e le indicazioni di un esperto chirotterologo. La cassetta è stata poi trattata con impregnante per assicurarne una maggiore durata, salvo una fascia interna, che è stata scanalata per facilitare l'arrampicata dell'animale all'interno della cassetta. Insieme alla bat box verrà distribuita una nostra breve guida per scoprire tutto o quasi sui pipistrelli, conoscere le loro abitudini e tante curiosità sul loro mondo notturno. Per la batbox è richiesto una donazione di 20,00€. Detratte le spese per i materiali, tutto il ricavato residuo sarà interamente utilizzato per i fini istituzionali e la mission del WWF. Ricordiamo infine che "L’unica strategia per incrementare il numero di pipistrelli è migliorare l’idoneità dell’ambiente nei loro confronti, salvaguardando la vegetazione (boschetti, siepi, alberi tipici della nostra flora e di grossa dimensione, alberi deperienti o morti) e le zone umide naturali, ossia i “substrati” che producono gli insetti che i pipistrelli predano, nonchè proteggere attivamente i rifugi dove gli esemplari si ritirano per riposare di giorno, per riprodursi e per andare in letargo (alberi cavi, grotte, miniere, rifugi all’interno degli edifici). " (cit. Provincia di Torino).
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