WWF Lecco e Biblioteca "Alda Merini" di Pescate, propongono una serata divulgativa alla scoperta dei pipistrelli! I bambini (a partire dai 7 anni) possono partecipare SOLO accompagnati da un adulto.
Le iscrizioni si chiudono al raggiungimento del numero massimo di 30 partecipanti. Sabato 1 e domenica 2 giugno, presso l'Eremo di Monte Barro, WWF Lecco e Parco Regionale del Monte Barro, propongono una due giorni sul tema del ritorno dei lupi sulle nostre Alpi.
Mostra itinerante "il lupo... la storia di un riorno", mostra fotografica e laboratorio di disegno per bambini.... A seguito della scoperta di una moria di gambero autoctono (Austropotamobius pallipes) in comune di Colle Brianza, lungo la Bevera di Brianza in località Val Chignolo e Valle della Taiada, gli accertamenti condotti dall’Istituto Zooprofilattico delle Venezie hanno evidenziato la presenza della peste del gambero, patologia dovuta all’oomicete Aphanomyces astaci che è in grado di estinguere in pochi giorni intere popolazioni. La popolazione di gambero di fiume autoctono della Bevera è una delle ultime abbondanti e ben strutturate dell’intera provincia di Lecco. L’attuale moria rischia di cancellare un patrimonio ecologico e genetico determinante per la sopravvivenza della specie a livello provinciale e anche regionale. La perdita poi di una così elevata biomassa di organismi che, come i gamberi di fiume, svolgono un fondamentale ruolo di ricircolo dei nutrienti all’interno del corso d’acqua determinerà uno stravolgimento dell’intera funzionalità ecologica del torrente stesso. Dalla scoperta della moria avvenuta l’11 ottobre 2023, i diversi sopralluoghi notturni effettuati hanno mostrato come in alcune aree non vi siano più gamberi vivi, ma solo pochi resti decomposti di quella che era appunto una popolazione abbondantissima, ma in alcune aree più a monte è ben riconoscibile il fronte di diffusione dell’epidemia. Tale fronte è caratterizzato da gamberi morti di recente, altri moribondi e altri ancora sani, ma sicuramente ormai condannati ad essere infettati. Ancora più a monte sussistono però abbondanti gamberi con popolazione ben strutturata di maschi, femmine giovani e adulti. Data tale situazione, WWF Lecco vuole intervenire con un’azione di emergenza, volta ad isolare i gamberi del tratto più a monte ed evitare che la peste li raggiunga. Si tratta di un intervento da attuare con la massima urgenza in quanto ogni giorno che passa il fronte di contagio si sposta più a monte. L’azione che si intende fare è quella di costruire una piccola barriera in legno temporanea che, senza ostruire il fluire dell’acqua crei delle superficie verticali e orizzontali lisce non percorribili dai gamberi di fiume autoctoni infetti presenti a valle. La barriera sarà costruita su un modello già soerimentato per un intervento simile effettuato nel Cantone di Berna dall’FHNW University of Applied Sciences and Arts Northwestern Switzerland. In questo modo a valle il contagio continuerà fino alla totale estinzione dei gamberi a valle della barriera, ma la popolazione presente a monte sarà salva. L’anno prossimo, quando sarà passato sufficiente tempo, le spore dell’oomicete non saranno vitali e i monitoraggi che condurremo (saranno prelevati campioni di acqua e sedimento per analisi del DNA ambientale volto a capire se la peste del gambero è ancora presente) avranno evidenziato la sicurezza del tratto a valle si potrà procedere alla rimozione della barriera. L'intervento sarà coordinato dal Dott. Roul Manenti, ricercatore presso l'Università degli Studi di Milano e Consigliere dell'Associazione WWF Lecco. "La situazione è davvero molto grave" -dichiara Giovanna Corti, Presidente WWF Lecco- "Abbiamo allertato il Comune di Colle Brianza lunedì con una PEC, in cui spiegavamo dettagliatamente sia il problema sia la possibile soluzione, ma senza finora ricevere l’autorizzazione a procedere. Si tratta di un intervento semplice e poco impattante dal punto di vista ambientale, che consentirebbe però il salvataggio di centinaia di esemplari di gamberi. Come Associazione, ci siamo offerti di sostenere i costi dell’intervento, nonché di provvedere al montaggio delle barriere e al conseguente smontaggio, quando l’emergenza sarà passata. Il silenzio da parte delle Autorità continua però ad essere assordante e il ritardo dovuto alla burocrazia sta costando la vita a centinaia di gamberi, quando un intervento tempestivo avrebbe consentito – e consentirebbe ancora – di evitare questo disastro." Anche ARPA Lombardia ha ribadito "l’urgenza nel porre in atto tutte le misure necessarie per contrastare la diffusione del fungo patogeno Aphanomyces astaci tra i popolamenti di gamberi rimasti nei tratti di monte dei corpi idrici indicati nonché la diffusione in altri corpi idrici.". "Restiamo dunque in attesa delle autorizzazioni da parte del Comune di Colle Brianza; autorizzazioni che ci auguriamo arrivino nel più breve tempo possibile, onde evitare che l’ecosistema venga irrimediabilmente compromesso" ha concluso la Presidente Corti. Ambientalisti e cittadini, ma soprattutto i gamberi superstiti, attendono risposte. Aggiornamento 27 ottobreNel silenzio delle Autorità preposte sulla questione, WWF Lecco, nella serata del 27 ottobre 2023, ha preso una posizione forte inviando una diffida a provvedere al Comune di Colle Brianza, nel tentativo di accelerare la risposta dello stesso. L’intervento a tutela dell’ambiente non è soltanto una scelta auspicabile, del resto, ma è un preciso dovere sancito dalla Costituzione: la protezione della fauna, infatti, è stata recentemente riconosciuta dalla riforma costituzionale all’interno dell’art. 9 tra i compiti dello Stato, ad ogni suo livello amministrativo. Il Codice dell’Ambiente (D.Lgs. n. 152/06), poi, aggiunge che "anche l’attività della Pubblica Amministrazione deve essere finalizzata a consentire la migliore attuazione possibile del principio dello sviluppo sostenibile, per cui nell’ambito della scelta comparativa di interessi pubblici e privati connotata da discrezionalità gli interessi alla tutela dell’ambiente e del patrimonio culturale devono essere oggetto di prioritaria considerazione". Aggiornamento 7 novembreAggiornamento 9 novembreella mattinata del 7 novembre, il Sindaco di Colle Brianza Tiziana Galbusera ha finalmente autorizzato con apposita ordinanza gli interventi di contenimento della diffusione della peste del gambero (causata dal patogeno Aphanomyces astaci) nel torrente Bevera di Brianza. WWF Lecco è entrato immediatamente in azione per il salvataggio dei gamberi di fiume sopravvissuti nel tratto a monte del corso d’acqua, fornendo il materiale necessario a procedere all’installazione delle barriere. In questo modo, già nella notte del 7 novembre stesso, il personale specializzato e autorizzato dal Dipartimento di Scienze e Politiche Ambientali e dal Comune di Colle Brianza – con il coordinamento del referente designato per il progetto, PhD Raoul Manenti, ricercatore presso l'Università degli Studi di Milano e Consigliere dell'associazione WWF Lecco – ha potuto procedere ad effettuare una prima installazione. La speciale barriera è stata posta a valle di un tratto di torrente, situato in una zona piuttosto impervia della Valle della Tajada, che ospita gamberi apparentemente ancora sani. Si tratta di una modesta barriera, addossata a un salto naturale formato da massi che circondano una piccola pozza già esistente. Realizzata in legno, la struttura è composta da una parte verticale (che abbraccia l’intero alveo di morbida), sulla quale poggia una parte orizzontale sporgente (su cui l’acqua lamina al livello naturale del salto esistente). La combinazione della parete verticale, della sporgenza orizzontale e della corrente presente dovrebbe impedire ai gamberi a valle, potenzialmente infetti, di risalire e diffondere a monte il patogeno. La “barriera” è oggetto di costante monitoraggio; i primi esiti dei rilevamenti, che probabilmente comprenderanno anche la marcatura (in modo non invasivo) dei gamberi a valle dell’installazione, saranno tempestivamente trasmessi al Comune di Colle Brianza. L’integrale progetto prevede l’installazione di due coppie di barriere, tutte realizzate sfruttando salti naturali già esistenti: la prima coppia nella zona della Valle della Tajada, la seconda coppia nella zona della Val Chignolo. Nei prossimi giorni, pertanto, verrà completata l’installazione nella Valle della Tajada con l’aggiunta della seconda barriera e, successivamente, verrà realizzata la seconda coppia in Val Chignolo. Sarà inoltre testata l’efficacia di materiale atossico liscio ed ecocompatibile fornito volontariamente da una ditta di Olginate per implementare la funzionalità di barriera dei salti su cui posano (o poseranno) le installazioni. I costi delle operazioni sono sostenuti integralmente da WWF Lecco, grazie ad una campagna di crowfunding che ha raccolto finora 935,00 €, donati sia da privati cittadini sia da associazioni del territorio, tra cui il Comitato per la difesa delle Bevere e del fiume Lambro, WWF Insubria e l’associazione Monte di Brianza. "Teniamo particolarmente a ringraziare tutti i donatori" -ha dichiarato la Presidente di WWF Lecco, Giovanna Corti- "è grazie a loro che abbiamo potuto fornire i materiali per la realizzazione delle barriere. La risposta della cittadinanza, così rapida e generosa, ci spinge a fare sempre di più per tutelare flora e fauna del nostro territorio. A tal proposito, abbiamo organizzato, in collaborazione con Parco Monte Barro, Comitato Bevere e Associazione Monte di Brianza, una serata divulgativa sul gambero di fiume per il prossimo 16 novembre, alle ore 21 presso Villa Bertarelli a Galbiate. Sarà un’ottima occasione per conoscere i primi risultati dell’azione svolta e instaurare un confronto su come migliorare l’efficacia delle risposte in situazioni di emergenza a livello faunistico". Gli interventi proposti, svolti di concerto con enti locali e regionali, associazioni ambientaliste ed enti scientifici, se da un lato hanno carattere sperimentale, dall’altro rappresentano un passo fondamentale per la realizzazione di un protocollo d’azione in caso di emergenze legate alla diffusione della peste del gambero. L’esperienza locale, se avrà risultati positivi, potrebbe costituire un prezioso precedente per casi analoghi in tutto il territorio nazionale, al fine di velocizzare la capacità di intervento in favore di una specie così a rischio come il gambero di fiume italiano. La prima barriera realizzata Aggiornamento 16 novembreGrande interesse di pubblico, giovedì 16 novembre a Villa Bertarelli, per la serata divulgativa organizzata da WWF Lecco in collaborazione con: Parco Monte Barro, Comitato per la difesa delle Bevere e del fiume Lambro e Associazione Monte di Brianza; la serata aveva come tema l’emergenza riguardante la drammatica situazione dei gamberi di fiume autoctoni presenti nella nostra provincia. Presenti anche il Presidente del Parco Regionale del Monte Barro e il Presidente del Parco Regionale Valle del Lambro, mentre non si è palesata la presenza di rappresentati dell’amministrazione comunale di Colle Brianza il cui contributo avrebbe potuto fornire un importante apporto alla serata. A parziale compensazione di tale mancanza è stato importante il contributo di ERSAF Lombardia che ha fornito una sintetica presentazione, ampiamente discussa nel corso della serata, sulle diverse iniziative regionali svolte a tutela dei gamberi. Qui l'articolo di approfondimento sulla serata, realizzato dalla testata CasateOnLine. Aggiornamento 18 luglio 2024Nei mesi di aprile e luglio, i volontari del WWF Lecco, coordinati dal Dott. Raoul Manenti, Consigliere dell'Associazione, insieme ai biologi Beatrice Caimi e Matteo Galbiati, nonché al personale del Dipartimento di Scienze e Politiche Ambientali dell’Università degli Studi di Milano, hanno provveduto ad effettuare alcuni sopralluoghi nel tratto del Torrente Bevera interessato nello scorso autunno dalla moria di gamberi autoctoni. Finalità del sopralluogo era quella di verificare l’attuale situazione della popolazione di gamberi, nonché il funzionamento delle barriere posizionate nel novembre 2023 sul torrente. Ebbene, l’esito è stato sicuramente positivo. Nel corso delle osservazioni effettuate sia in aprile sia in luglio, infatti, sono stati rilevati i seguenti dati: a valle della prima barriera, assenza di gamberi di fiume (non erano presenti né esemplari vivi, né esemplari morti); a monte già della prima delle due barriere, è stato invece possibile osservare diversi individui vivi e attivi fin dal mese di aprile. Nell’ultimo sopralluogo di luglio, nel tratto a monte sia della prima che della seconda barriera è stata osservata in media una densità di 0,75 gamberi/m2, peraltro considerando solo i gamberi più lunghi di 4 cm. A breve si provvederà pertanto a rimuovere la seconda barriera; la prima sarà invece mantenuta in sito almeno sino ai mesi autunnali. Tra ottobre e novembre sono poi previsti intensi monitoraggi, volti a valutare lo status della popolazione di gamberi. Sicuramente una bella notizia, resa ancora migliore dalla consapevolezza che questo risultato sia stato possibile grazie alla collaborazione di WWF Lecco con il Comune di Colle Brianza e l’ERSAF, nonché grazie all’indispensabile supporto delle associazioni del territorio (Associazione Amici del Monte di Brianza, Comitato per la difesa delle Bevere e del Lambro, WWF Insubria) e al generoso contributo economico della campagna di crowfunding. L’attenzione non deve però attenuarsi: il tratto attualmente interessato dalla presenza dei gamberi è solo una piccola porzione di quello inizialmente occupato; inoltre, presenta caratteristiche non così ottimali come i tratti a valle in cui è avvenuta la moria. La sfida potrà dirsi davvero vinta solo se nei prossimi anni la popolazione di gamberi di fiume riprenderà la propria originaria estensione (sia numerica, sia in termini di diffusione geografica) e se, ovviamente, simili eventi di moria non si ripeteranno. Una ricerca scientifica condotta nel Parco Monte Barro, risultato di una collaborazione tra Dipartimento di Biomedicina comparata e Alimentazione (BCA) dell’Università di Padova, Associazione WWF Lecco ed Ente Parco Monte Barro, è stata di recente pubblicata sulla rivista internazionale diversity, con il titolo “Human Dimensions and Visitors’ Perspective in Freshwater Crayfish Conservation: The Case of a Protected Area in Italy”. I volontari WWF Lecco hanno proposto ai visitatori del Parco questionari appositamente realizzati da un team di ricercatori, intervistando un totale di 290 persone, la maggioranza delle quali (54%) residenti in provincia. Lo studio aveva lo scopo di indagare come i visitatori del Parco Monte Barro percepissero la conservazione del gambero di fiume europeo, specie un tempo abbondante in provincia di Lecco, ma attualmente minacciata ed estinta in diversi corsi d’acqua, anche a causa dell’introduzione di specie aliene di gamberi, ossia specie non originarie del territorio. I risultati dimostrano come la maggioranza dei rispondenti non fosse a conoscenza della problematica delle specie aliene, evidenziando quindi l’importanza di azioni di educazione e divulgazione su questi temi.Inoltre, lo studio pubblicato su “diversity” evidenzia come sia indispensabile investigare conoscenze, abitudini e attitudini delle persone, prima di mettere in atto misure efficaci per la tutela di specie minacciate.
Lo studio scientifico completo è gratuitamente disponibile a questo link: Con la spesa presso i Supermercati Iperal, è possibile sostenere le attività di WWF Lecco, in particolare i progetti di conservazione della microfauna locale, per la protezione di alcune specie particolarmente vulnerabili: interventi per la salvaguardia delle migrazioni dei rospi, manutenzione naturalistica di alcune piccole aree umide preziose per rane, libellule, salamandre e gamberi di fiume, posizionamento di casette nido per gli insetti impollinatori selvatici... Un piccolo gesto di attenzione che non costa nulla e può contribuire a dare una mano a questi nostri preziosi alleati per la biodiversità. Come funziona? E' molto semplice. Dal 29 marzo al 30 aprile, facendo la tua spesa presso i supermercati Iperal, o su Iperal on line, per ogni 20€ di spesa riceverai 1 punto "Iperal per il sociale" che verrà caricato automaticamente sulla tua CartAmica. Già dal 10 aprile e fino al 9 maggio potrai donare i punti raccolti a WWF Lecco, dandone comunicazione alle casse al termine della tua spesa, oppure comodamente da casa tramite la sezione "La Spesa che fa Bene" dell'app Iperal, indicando codice/associazione: dal 10 aprile al 9 maggio DONA i tuoi punti "Iperal per il sociale" al progetto 349 WWF Lecco Api e bombi, rane e rospi, libellule e farfalle, salamandre e gamberi... ringraziano!
Nell'ambito del Progetto BarroBugBox sono ora disponibili le nuovissime bugbox realizzate per WWF Lecco dall'Azienda Agricola La Bevera, di Monticello Brianza! La progettazione tiene conto di anni di esperienza sul campo, i materiali sono accuratamente selezionati e la produzione è assolutamente "made in Italy". Una bugbox favorisce la biodiversità nel nostro orto e nel nostro giardino, ed è preziosa per favorire la presenza di tutti quegli insetti che ci aiutano aprevenire le malattie delle piante, dovute a parassiti. Le bugbox sono colonizzate prevalentemente da api solitarie, si tratta di oltre 20.000 specie di impollinatori che non vivono in un alveare, ma che ricoprono anch’essi un ruolo di estrema importanza nel delicato equilibro naturale. Non producono miele e non sono per nulla aggressive, mentre sono fondamentali per l’intero ecosistema. Per avere una bugbox WWF Lecco da posizionare nei pressi del vostro spazio verde, sia esso un balcone, un prato o un orto, è richiesta una donazione minima di 30,00€ a esclusiva copertura dei costi di produzione. La consegna è prevista solo in provincia di Lecco (per ovvi motivi legati ai costi di spedizione...). CONSIGLI PER IL POSIZIONAMENTO DELLA BUGBOX
Per il secondo anno consecutivo, WWF Lecco ha ospitato i partecipanti al Master di I livello in "Salvaguardia della fauna selvatica: per una conservazione integrata", organizzato dall'Università degli Studi di Padova (Dipartimento di Biomedicina Comparata e Alimentazione). Il Master si propone di formare figure specializzate nella conservazione e gestione della fauna selvatica, sviluppando un approccio integrato, sia teorico che tecnico e pratico, per la gestione della fauna selvatica e dei progetti di conservazione delle specie e dei loro habitat in una prospettiva di sostenibilità. L'evento di è svolto il 29 e 30 aprile, nel Parco Regionale del Monte Barro.
I corsisti sono stati accompagnati nelle due giornate in alcuni degli ambienti più interessanti del Parco, avendo modo di seguire i numerosi progetti cui WWF Lecco contribuisce all'interno dell'area protetta, in un percorso che ha toccato lo stagno di Prà Pozzetto, la valle del Faè, i prati magri, San Michele, l'Eremo... incontrando le numerose specie di microfauna presenti nei vari e differenti habitat del Parco. Di seguito la Galleria Fotografica delle due giornate. A giugno 2021, l’Associazione WWF Lecco, in collaborazione con i Dipartimenti di Bioscienze e di Scienze e Politiche Ambientali dell’Università degli Studi di Milano, e dal Dipartimento di Biomedicina comparata e Alimentari dell’Università degli Studi di Padova, ha lanciato il questionario “Biodiversità e Impollinatori”, con lo scopo di contribuire ad un progetto scientifico mirante alla salvaguardia della biodiversità e degli impollinatori. Lo scorso 21 ottobre il Dott. Alberto Chirico si è infatti laureato in Scienze Naturali, con una tesi dal titolo "Percezione pubblica e conservazione: un questionario online sugli insetti impollinatori", relatrice Prof. Morena Casartelli, correlatore Dott. Marco Bonelli, del Dipartimento di Bioscienze dell'Università degli Studi di Milano. L’obiettivo del lavoro di tesi è stato quello di indagare, tramite lo sviluppo e la diffusione del questionario online, le conoscenze della popolazione residente in Italia sugli insetti impollinatori, le minacce a cui questi animali sono esposti e la consapevolezza dell’importanza della loro protezione, al fine di ottenere dei dati che possano essere utili in futuro per rendere maggiormente efficaci attività di divulgazione su questi temi e progetti di conservazione in favore degli insetti pronubi selvatici. Il questionario proposto sul sito WWF Lecco ha raccolto le risposte di 1.151 persone in tre mesi. Le risposte sono state registrate in una matrice di dati, successivamente elaborati ed analizzati tramite tecniche di statistica descrittiva e referenziale. La tesi di Alberto si è focalizzata su analisi preliminari dei risultati ottenuti, e nel corso del suo lavoro ha sviluppato un testo contenente considerazioni ed approfondimenti relativi alle domande proposte nel questionario. Il lavoro di tesi di Alberto Chirico rappresenta il primo studio che testa le conoscenze della popolazione italiana sugli insetti impollinatori, le minacce a cui questi animali sono esposti e la propensione alla loro protezione, al fine di ricavare dati utili per migliorare l’efficacia di futuri progetti di conservazione e le attività di divulgazione a favore di questi importantissimi animali. Considerazioni e approfondimenti Di seguito vengono riportate considerazioni e approfondimenti per quelle domande del Questionario che prevedevano risposte aperte o risposte multiple, ma non per quelle in cui il partecipante doveva rispondere con un semplice SI/NO, perché queste risposte erano volte soltanto a valutare conoscenze specifiche, così come per quelle che si riferivano a valutazioni o esperienze personali e per quelle relative alle informazioni anagrafiche. Quando opportuno, e con l’obiettivo di avvicinare il grande pubblico alla ricerca, nelle risposte vengono citate anche pubblicazioni scientifiche in modo da supportare le affermazioni fatte. N.B.: I dati completi raccolti verranno elaborati al fine di produrre un articolo scientifico, che verrà poi divulgato, rendendo disponibili tutte le risposte alle domande poste nel questionario.
Da anni WWF Lecco collabora con il CRAS (Centro Recupero Animali Selvatici) di Valpredina, una struttura realizzata dal WWF Italia che ha lo scopo di recuperare animali selvatici feriti o in difficoltà per curarli e rimetterli in libertà, svolgendo questo servizio in convenzione con Regione Lombardia e con bacino di utenza le provincie di Brescia, Bergamo e Lecco. Nel corso della giornata di sabato, WWF Lecco ha provveduto al trasporto da Valpredina di tre esemplari di gheppio e quattro giovani civette, curati dai veterinari del CRAS e pronti alla reintroduzione in natura. La liberazione è avvenuta nell’area protetta del Parco regionale del Monte Barro, nella zona di San Michele. Il gheppio (Falco tinnunculus) è un piccolo rapace diurno, della dimensione di un piccione, che predilige ambienti aperti, praterie, boschi, ma che spesso nidifica anche in città. È un eccellente cacciatore, in particolare di piccoli passeriformi, lucertole, piccoli serpenti, e micromammiferi. Spesso lo si vede in attesa di prede sopra tralicci, cavi dell’alta tensione, o sui rami sporgenti lungo strade o sentieri. È caratteristica la sua capacità di restare quasi immobile in volo in un punto, sbattendo rapidamente le ali e osservando il suolo in cerca di prede, assumendo una forma conosciuta come “spirito santo”. È l’unico piccolo rapace nelle nostre regioni con questa capacità, che ne permette l’identificazione certa anche da molto lontano. La civetta (Athene noctua) è anch’esso un piccolo rapace, ma con abitudini prevalentemente notturne. È lunga poco più di 20 cm, con un’apertura alare di 60cm e un peso che oscilla tra i 100 e i 200 grammi. Anche la civetta si ciba di piccoli roditori, rettili e grossi insetti, cacciando solitamente le sue prede al suolo partendo da un posatoio. Nidifica in cavità come vecchi alberi o nicchie nei muri. L’area protetta del Monte Barro, con boschi maturi e cascinali, spazi aperti e zone ad agricoltura mista, è un habitat ideale per queste due specie, che ci si augura possano trovare le condizioni idonee per riprodursi e contribuire alla biodiversità del Parco.
|