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Una tesi di laurea per le BarroBugBox

11/12/2019

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Il lecchese Michele Butta, attivista del WWF Lecco, si è laureato in Produzione e protezione delle piante e dei sistemi del verde, con la brillante valutazione di 110 e lode, con una tesi sull’utilizzo del polline di Osmia cornuta per la valutazione dello spettro pollinico e del contenuto di inquinanti. Si tratta di uno studio pionieristico in questo campo sul territorio lecchese, e uno dei pochi sinora accertati a livello internazionale.
L’attività di ricerca si è sviluppata nell’ambito del progetto BarroBugBox, promosso da WWF Lecco in collaborazione di Parco Regionale Monte Barro e Apilombardia (Associazione Regionale Produttori Apistici), con il contributo di Cooperativa La Popolare – CONAD e con il Patrocinio di Regione Lombardia, Provincia di Lecco, ERSAF Lombardia e CCIAA Lecco.
tesiMicheleButta_1
Le api domestiche e gli altri impollinatori sono indispensabili per preservare i nostri ecosistemi e la biodiversità. Fino a un terzo della nostra produzione alimentare e due terzi della frutta e della verdura che consumiamo quotidianamente dipendono dall'impollinazione da parte delle api e di altri insetti. Tuttavia la loro stessa esistenza è minacciata dalla costante contaminazione da pesticidi e dalla perdita del loro habitat a causa dell'agricoltura industriale
Il progetto BarroBugBox è un’iniziativa del WWF Lecco finalizzata allo studio e alla salvaguardia degli impollinatori selvatici (api solitarie, diverse dalle più note api mellifere) e del loro habitat naturale, con il posizionamento di casette artificiali per favorire la presenza di questi insetti e di strutture per la raccolta e l’analisi dei pollini.
tesiMicheleButta_2
L’attività di Michele Butta si è svolta negli anni 2017 e 2018 all’interno dell’area protetta del Parco Regionale del Monte Barro, raccogliendo il polline depositato appunto dalle api selvatiche in strutture apposite (nestblock o beehive), disposte nei vari ambienti del Parco, ad altitudini diverse e in diversi contesti, per raccogliere informazioni sullo stato di salute dell’ambiente.
Il materiale prelevato è stato sottoposto ad analisi palinologiche presso laboratori indipendenti, che hanno messo in evidenza da quali gruppi di piante questi insetti prelevano il nutrimento per la prole. Ne è emerso che la maggior parte proviene sorprendentemente da piante anemofile, ovvero specializzate nella dispersione di polline tramite il vento.
beehive
Il materiale è stato analizzato e valutato anche per la presenza di tredici elementi potenzialmente tossici per l’uomo, gli insetti stessi e l’ambiente in generale, tra questi figurano diversi metalli pesanti, alcuni dei quali (arsenico, ferro, piombo e cromo)  hanno mostrato valori maggiori rispetto alla tendenza mostrata in altri articoli scientifici, ma le cause all’origine di questi livelli sono ancora da accertare.
In generale questo studio ha gettato le basi per interessanti sviluppi futuri che abbracciano più settori disciplinari, e potrebbe rivelarsi un nuovo metodo per la rilevazione dell’inquinamento ambientale.
tesiMicheleButta_3
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Migrazione rospi Moregallo 2019

3/4/2019

 
Al via  la campagna di salvataggio dei rospi del Moregallo, nella zona Melgone/Onno
Il Rospo comune adulto (Bufo bufo il nome scientifico) vive stabilmente nel bosco durante l'anno, non è legato ad ambienti acquatici come le sue cugine rane, ma all'acqua deve andarci obbligatoriamente una volta all'anno per deporre le uova.
Ci va ad inizio primavera, dopo il periodo di letargo invernale, vi si trattiene giusto qualche settimana, il tempo necessario per trovare un compagno/compagna e deporre le uova e poi torna subito nel bosco.Le uova sono racchiuse in lunghi filamenti gelatinosi che la femmina depone in acqua bassa attorcigliandoli a sassi o vegetazione per non farli portar via dalle onde.
Mentre la femmina depone, il maschio prescelto, che è ben più piccolo,  le sta saldamente aggrappato sul dorso e feconda le uova.
Purtroppo spesso capita che lungo il percorso che dal bosco dove vivono porta all'acqua dove si riproducono, siano costretti ad attraversare una o più strade.
Il rospo è lento, cammina o fa piccoli salti, e nell'attraversare la strada la probabilità che qualche auto lo investa è molto alta. Per questo è necessario operare con campagne di salvataggio.
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Come operano i volontari?

Nell'area del Moregallo sono state posizionate barriere di plastica in entrambi i lati della strada o appena dentro il bosco, in modo da bloccare si la discesa che la successiva risalita dei rospi, che non sono in grado di scavalcarle, ed evitando così che finiscano in strada schiacciati dalle auto.
I volontari, per tutta la durata della migrazione, percorrono la barriera a monte della strada, prendono i rospi che sono stati bloccati, li mettono in un secchio e li liberano in punti prestabiliti in riva al lago. Un lavoro analogo va fatto anche alla barriera a valle per riportare nel bosco gli individui che hanno già deposto le uova. Questo va fatto tutte le sere, in ogni condizione meteo, giorni feriali e festivi. Si inizia prima che faccia buio e si continua per 2, 3 o anche 4 ore, a seconda del periodo e dell'intensità dei passaggi.
Per valutare lo stato di salute della popolazione si opera anche un'attività di monitoraggio anno con anno, contando tutti i rospi trasportati sia in discesa che in risalita, maschi e femmine. Distinguere i due sessi non è difficile perché le femmine sono molto più grosse, i maschi hanno cuscinetti nuziali ruvidi sulle dita delle zampe anteriori che servono a star meglio aggrappati alla femmina durante l'accoppiamento.
Solo i maschi, inoltre emettono il caratteristico canto.
rospobarriera
Rospo "bloccato" dalla barriera di plastica

Cosa serve?

Soprattutto buona volontà!...
Assolutamente indispensabile giubbetto catarifrangente, un secchio e una torcia a batteria, meglio se ricaricabile e di media potenza. 
Sono consigliati scarponcini leggeri e possono essere utili un paio di guanti leggeri.
I rospi si muovono maggiormente nelle serate calde e umide, ancor di più con la pioggia, quindi è bene portarsi anche un impermeabile e degli stivali in caso di brutto tempo, perché spesso sono le serate in cui c'è più da fare.

Come ci si organizza?

Per facilitare le operazioni di coordinamento è preferibile che chi vuole dare una mano si metta a disposizione per un giorno fisso a settimana (chi vuole può farne anche 2 o 3, non è vietato) per tutto il periodo, che grosso modo andrà avanti per 5/6 settimane. 
Di seguito i riferimenti dei coordinatori per le varie sere, a cui far riferimento per le presenze e a cui dare i dati a fine serata.
  • lunedì Maura Rigamonti maurarigamonti@gmail.com - cell. 339.8960355 
  • martedì Cristina Galbussera cri.crotta@alice.it - cell. 339.7450514
  • mercoledì Felice Farina faunaviva.felice@gmail.com - cell. 349.5216020
  • giovedì Roberto Silvestri birillo84@yahoo.it -  cell. 338 8515310 e Donata Nobile donata.nobile@libero.it - cell. 347.9327258
  • venerdì Felice Farina faunaviva.felice@gmail.com - cell. 349.5216020
  • sabato Aldo Rossi aldo.r.gev@hotmail.it - cell. 339.3353608 
  • domenica Paola lacmi@abolizionecaccia.it - cell. 338.5856150
Per ogni ulteriore info: ​rospi.moregallo@gmail.com 

Visualizza Operazione Salvataggio Rospi del Moregallo (LC) in una mappa di dimensioni maggiori

I figli del bosco

9/3/2019

 
Grande pubblico presso la Sala Conferenze di API Lecco, per l’evento di presentazione del libro “I figli del bosco”, organizzato dalla sezione WWF di Lecco.
«Devo ringraziare chi ha contributo al successo di questa bellissima serata – ha esordito il Presidente Lello Bonelli – che ha avuto come obiettivo quello di far meglio conoscere uno splendido animale quale è il lupo, uno dei simboli dell’impegno WWF per la tutela della natura in Italia.».
sala_conferenze_API
La Sala Conferenze API Lecco
La serata è stata organizzata con il CAI Lecco, in quanto il Club Alpino Italiano è ente sostenitore nel progetto Life WolfAlps e contribuisce al gruppo di lavoro internazionale che lavora con l’intento di organizzare una gestione coordinata della popolazione alpina di lupo.
Significativo anche il patrocinio di Provincia e Comune di Lecco e dei Parchi Regionali della Grigna Settentrionale e del Monte Barro. Non meno importante il contributo dello sponsor della serata, il negozio “Nella Vecchia Fattoria” di Oggiono.
Assente giustificata per un improvviso impegno il Consigliere Nazionale WWF Elisabetta Dami, scrittrice di libri per ragazzi, nota per essere la creatrice del personaggio Geronimo Stilton, ha comunque fatto pervenire un messaggio di saluto in cui in cui ha espresso la speranza di «potere presto venire a trovarvi a Lecco, per visitare il meraviglioso Parco del Monte Barro… Al WWF Lecco e al suo Presidente, Lello Bonelli, ho promesso un piccolo racconto che parli delle bellezze del vostro territorio, per il quale tanto vi impegnate con entusiasmo e costanza. ».
Enzo MauriEnzo Mauri
Enzo Mauri, Direttore della Riserva Naturale e Oasi WWF di Valpredina, ha illustrato l’impegno del WWF Italia per la tutela del lupo, una specie che è già stata negli anni ’70 sull’orlo dell’estinzione con appena 100 esemplari in tutta Italia: «Grazie alla battaglia intrapresa dal WWF con l’operazione San Francesco oggi in Italia vive una popolazione minima stimata di 1500 lupi sull’Appennino e circa 250 lupi sulle Alpi. La specie in ripresa, ma non può essere ritenuta fuori pericolo nel territorio nazionale a causa della persistenza di minacce quali l’ibridazione con il cane, il bracconaggio, le collisioni con veicoli...».
Enzo Mauri ha poi riportato alcuni dati relativi all’importante Progetto Pasturs, l’iniziativa sostenuta dal WWF volta a facilitare la coesistenza tra i grandi carnivori e le attività di pastorizia. Lo scorso anno sono stati ben 50 i volontari, provenienti da tutta Italia, che hanno trascorso una o due settimane in alpeggio, dopo essere stati formati per conoscere adeguatamente i problemi relativi alla presenza dei grandi predatori nelle zone rurali. Importante in particolare, l’attività svolta per supportare i pastori nella gestione dei metodi di prevenzione più adatti per la riduzione dei possibili danni, come reti elettrificate per la notte e cani da guardiania appositamente addestrati per la difesa di greggi e mandrie.

Elisa Berti
Elisa Berti
Giuseppe Festa
Giuseppe Festa
Il tema centrale della serata è stata la presentazione del libro "I figli del bosco", la cui storia è stata presentata in un alternarsi di voci tra l'autore Giuseppe Festa ed Elisa Berti del Centro Tutela Fauna di Monte Adone, sull’Appennino emiliano.
Il libro racconta la storia vera di Ulisse e Achille, cuccioli di lupo, trovati in natura e affidati al Centro di Monte Adone. Dopo un periodo di cattività i due lupacchiotti vengono restituiti al bosco e alle regole del branco.
Il libro trasforma questa favola realmente accaduta in un racconto tra i boschi e i crinali appenninici: giorno dopo giorno, tra speranze e insuccessi, ricerche e notti insonni in attesa di buone notizie, per arrivare, grazie al ritorno di un lupo verso la natura, a un lieto fine.
La storia delle esperienze vissute da Elisa e raccontate da Giuseppe hanno affascinato il pubblico, in un alternarsi di emozioni tra immagini, suoni e filmati di forte impatto.
monte_Adone
«Il nostro impegno continuerà - ha assicurato Bonelli in chiusura della serata - Il WWF è impegnato perché l'Italia rimanga un Paese per lupi. Lo dobbiamo anche ai tanti bambini presenti in sala questa sera. Dobbiamo rivolgerci proprio a loro, perché diventino futuri individui responsabili, che amino la natura lontana e vicina. Che siano affascinati dagli ambienti naturali di tutto il mondo e capiscano l’importanza di proteggere il lupo o la tigre, ma che si impegnino allo stesso modo per la tutela del gambero di fiume e delle rondini, che rispettino il sentiero che percorrono per una passeggiata nel bosco e si riconoscano in quella che è la mission della nostra associazione: “costruire un mondo in cui l'uomo possa vivere in armonia con la natura”.
Noi apparteniamo alla natura per questo è logico rispettarla, è normale difenderla, è naturale amarla.
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Nuovo studio sul gambero di fiume nell'area protetta del Barro

6/7/2017

 
eco.mont luglio 2017
Dopo la pubblicazione di una ricerca mirata alla tutela dei gamberi di fiume, apparsa sulla prestigiosa rivista internazionale di conservazione "Journal for Nature Conservation” (numero di Dicembre 2014) segnaliamo un nuovo studio su questo crostaceo d'acqua dolce, pubblicato sull’ultimo numero di "eco.mont – Journal on Protected Mountain Areas Research and Management", una rivista scientifica particolarmente incentrata sulle aree protette della regione alpina e prealpina.
Il gambero di fiume Austropotamobius pallipes è una specie protetta, tutelata a livello europeo.
Una delle cause che stanno determinando la scomparsa dei gamberi nativi (autoctoni) è l’introduzione di specie invasive aliene (alloctone) e la conseguente diffusione di "malattie” da loro trasmesse, come la “peste del gambero”.
Il caso di studio, i cui risultati si inseriscono nel contesto del Progetto Gambero di Fiume del WWF Lecco, è infatti stato l’estinzione di una popolazione di gambero di fiume autoctono, avvenuta nel 2013 nel Parco Regionale del Monte Barro a seguito dell’introduzione di una specie americana, Orconectes limosus, e della peste del gambero.
Circa una cinquantina di esemplari di O. limosus sono stati verosimilmente prelevati dalle aree a valle dei corpi idrici e introdotte in quelle a monte, dove la specie nativa ancora prosperava, provocandone l’estinzione.

Orconectes limosus
la specie invasiva introdotta all'interno del Parco Monte Barro nel luglio 2013
Lo studio è stato pubblicato da Marco Bonelli, Raoul Manenti e Davide Scaccini, che hanno evidenziato l’importanza delle aree protette come rifugi per le specie native, sempre più minacciate e confinate in tali aree, unitamente alla necessità di una loro corretta gestione, come riportato anche dall’Editore della rivista, Valerie Braun (http://epub.oeaw.ac.at/?arp=0x00369c67).
Ulteriori studi potranno valutare la possibilità di un’eventuale reintroduzione della specie nativa nelle aree dove questa era presente fino a pochi anni fa per ricostituirne le popolazioni.per modificare.
Dal sito eco.mont (link esterno) è possibile scaricare il PDF dello studio.

Un voto per le BarroBugBox

5/3/2017

 
Foto
Aviva - assicurazione tra i leader in Europa e presente in Italia dal 1921 - ripete l’iniziativa del Community Fund, un fondo benefico a favore delle organizzazioni non profit attive a livello locale.
Come WWF Lecco abbiamo candidato per un contributo il nostro Progetto BarroBugBox, per la tutela degli impollinatori selvatici.
Registrati sul sito Aviva Community Fund e vota il nostro progetto.
Non ti costa nulla e con i tuoi 10 voti ci darai una mano a costruite un pezzo di tutela in più per la nostra piccola ma indispensabile biodiversità. 
Ricordate che Einstein legava al rischio della scomparsa delle api la nostra scomparsa, quindi... VOTATE!
Registrati e VOTA!

Ali sulle acque

26/2/2017

 
Si è concluso sabato 25 febbraio il corso di birdwatching "Ali sulle acque", organizzato da WWF Lecco in collaborazione con il Parco Monte Barro e il CROS (Centro Ricerche Ornitologiche Scanagatta) di Varenna, e dedicato al riconoscimento degli uccelli che frequentano i nostri specchi d'acqua: laghi e fiumi, stagni e paludi.
birdwatching
Dopo le tre serate teoriche con i relatori Piero Bonvicini, Antonio Delle Monache e Gaia Bazzi, in cui sono state proiettate foto commentate e disegni utili a distinguere le diverse specie, l'uscita conclusiva si è svolta nella Riserva Naturale del Pian di Spagna, tra i comuni di Gera Lario, Domaso e Sorico, che hanno permesso bellissimi avvistamenti, non solo di avifauna, come testimonia la foto di Stefania Berna...
cervi

Galleria fotografica

L'album fotografico è disponibile anche nella nostra galleria fotografica Flickr.

La tigre ringrazia

10/1/2017

 
​Lo scorso anno l’orso polare, quest’anno la tigre,
dal WWF Lecco ancora un’importante donazione al WWF internazionale,
per i progetti di tutela delle specie a rischio
Foto

Il più grande felino vivente

La tigre (Panthera tigris) è il più grande felino del pianeta, si distingue per il suo mantello, che varia dall’arancione al giallo-marrone con striature longitudinali nere e marrone scuro, e il ventre bianco. I maschi e le femmine manifestano un comportamento sociale differente: le femmine vivono in gruppo circa 3 anni con i loro piccoli, finché questi non sono cresciuti abbastanza per cacciare le prede autonomamente. Il maschio è un cacciatore solitario. Si ciba prevalentemente di selvaggina e cinghiale. Può ingerire fino a 18 kg di carne in un solo pasto, per poi digiunare anche diversi giorni. Le dimensioni del suo territorio variano a seconda delle prede: in aree con scarse possibilità di caccia un esemplare maschio si muove su una superficie che può raggiungere i 1000 kmq.

Da 100.000 a meno di quattromila

Oggi questo animale è una delle specie più a rischio di estinzione.
Si calcola che delle 100.000 tigri censite inizialmente si sia arrivati a un minimo di 3.200 esemplari. A novembre 2010 il WWF ha lanciato un summit sulla tigre, a San Pietroburgo, durante il quale è stato elaborato un piano di salvataggio della specie, con l’obiettivo di raddoppiare entro il 2022 la popolazione di tigri selvatiche. Nell’occasione I tredici paesi che ospitano le ultime tigri (Bangladesh, Bhutan, Cina, Cambogia, India, Indonesia, Laos, Malaysia, Myanmar, Nepal, Russia, Thailandia e Vietnam) si sono impegnati a proteggere meglio l’habitat di questi felini, a contrastare conseguentemente i bracconieri e il commercio con prodotti derivati dalle tigri.
La principale minaccia per le tigri è rappresentata dal bracconaggio attività criminale, altamente organizzata, che vale molto denaro, poiché un singolo animale può rendere fino a 50.000 dollari nel mercato nero.
Altrettanto drammatica è la progressiva scomparsa dell’habitat della tigre: l’uomo, sempre più alla ricerca di spazio in cui insediarsi, e la silvicoltura e l’agricoltura che non accennano a fermarsi. La foresta tropicale di Sumatra è vittima del disboscamento per far spazio alle piantagioni per la produzione di olio di palma e di cellulosa. Con la scomparsa dell’ambiente naturale si creano reazioni a catena: se la tigre non vive in uno spazio sufficientemente ampio diventa facile preda dei bracconieri. Inoltre, la ricerca di cibo si fa sempre più complessa, poiché riducendo l' estensione della foresta diminuiscono anche le prede.

L'impegno del WWF internazionale

Sono cinquant’anni, dal 1996, che Il WWF si impegna per la tutela di questa specie: oltre ad attuare progetti finalizzati alla salvaguardia dell’habitat della tigre e interventi per contrastare il bracconaggio, collabora con le popolazioni locali per promuovere attività alternative alla caccia di frodo e alla distruzione della foresta. Nel 2011, per la prima volta in un milione di anni, il numero di tigri è aumentato. Nel 2010 in India si contavano 1.400 esemplari, saliti l’anno dopo a 1.700.
Il WWF ha selezionato sette regioni chiave in cui istituire aree protette per le tigri e sensibilizzare la popolazione sulla tutela di questi felini. Per stanare i bracconieri organizza inoltre vere e proprie ronde. Il WWF si batte anche contro il commercio illegale di parti di tigre, la cui domanda è in aumento da quando la medicina cinese tradizionale sta registrando un vero e proprio boom
Oggi i dati più aggiornati parlano di circa 3.900 esemplari sparsi tra India, Siberia, Indonesia e Cina sudorientale. 

Da Lecco 2.000 Euro per la tigre

Duemila euro dal WWF Lecco per l’orso bianco lo scorso anno, ora altri duemila euro per sostenere l’impegno del WWF internazionale per la tutela della tigre. Tutti i fondi che riusciamo a raccogliere grazie all’impegno dei nostri volontari viene “reinvestito in natura” -dichiara il Presidente del WWF Lecco, Lello Bonelli- Ci impegniamo e continueremo a farlo per la tutela del nostro territorio: penso ai progetti per la tutela del gambero di fiume e a quelli per favorire la presenza di insetti impollinatori, portati avanti con la collaborazione del Parco Monte Barro, penso all’impegno per contrastare le derivazioni idroelettriche che vanno a distruggere l’ambiente naturale dell’alta Valsassina, alla battaglia contro le follie del teleriscaldamento alimentato a rifiuti che soffocherebbe di inquinanti la Brianza lecchese… ma dobbiamo essere capaci di guardare anche al di là dei pochi chilometri quadrati che ci circondano e quindi di impegnarci, come rappresentanza della più grande associazione ambientalista nel mondo, anche per progetti di più ampio respiro: per favorire l’uso di fonti energetiche rinnovabili o per contrastare il consumo di suolo, per tutelare gli habitat polari dell’orso bianco o quelli asiatici della tigre.”.

Il grazie del WWF internazionale...

Dear Lello,
Dear Volunteers of WWF Lecco,
Please excuse my belated acknowledgement of your generous annual donation of EUR 2,000 that we received just before the closing of our offices for the end-of-year vacation.
As requested, your donation will be allocated to our Global Tiger Programme which we have increasingly conducted for the last years and which is now showing first results:
Last year, the number of wild tigers was revised to 3,890.
The updated minimum figure demonstrates an increase of over 600 compared to the 2010 estimate of ‘as few as 3,200.' This amazing success has been attributed to multiple factors including increases in tiger populations in India, Russia, Nepal and Bhutan, improved surveys and enhanced protection.
"After decades of constant decline, tiger numbers are on the rise. This offers us great hope and shows that we can save species and their habitats when governments, local communities and conservationists work together” (Marco Lambertini, Director General of WWF International)
Our aim is to double tiger numbers by 2022 - the next year of the tiger. With your on-going support this target is within reach and we look forward to even greater successes over the coming years.
Thank you again and Best Wishes to all of you for a Happy, Successful and Enriching Year 2017!
Kind regards,
Monika Kull | Development | WWF International | 1196 Gland, Switzerland 

...accompagnato da un piccolo "gift"

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WWF Lecco al CNIE 2016

26/6/2016

 
ImmagineIl logo del Congresso
Si è tenuto a Padova dal 20 al 24 giugno il CNIE - XXV Congresso Nazionale Italiano di Entomologia, promosso dall'Accademia Nazionale Italiana di Entomologia e dalla Società Entomologica Italiana.
Al congresso è stato presentato un poster relativo a
BarroBugBox a titolo "Realizzazione e gestione di siti di nidificazione per i pronubi selvatici del Parco Monte Barro".
Il progetto BarroBugBox, che vede protagonista il WWF Lecco in collaborazione con 
Parco Monte Barro e Apilombardia - Associazione Regionale Produttori Apistici, è stato avviato nel 2013 e ha l'intento di promuovere  la presenza di insetti impollinatori selvatici presenti nel Parco Regionale del Monte  Barro.
Il Barro è un'area caratterizzata da un’elevata biodiversità floristica, con la presenza di circa 1100 specie vegetali (Brusa & Villa, 2015), molte delle quali ad impollinazione entomofila (quindi tramite l'intervento determinante di insetti).
Il poster presentato ha riscosso grande interesse tra gli oltre trecento entomologi presenti al Congresso nazionale.

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Poster CNIE BarroBugBox
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Finanziamento internazionale per il gambero di fiume

14/6/2016

 
RaoulManentiRaoul Manenti, coordinatore del progetto
I gamberi di fiume autoctoni stanno subendo una rarefazione drammatica che, di anno in anno, sta portando, sia nel territorio lecchese che in tutto il nord-Italia, alla scomparsa di ormai quasi tutte le popolazioni esistenti.
Un progetto di ricerca del Dipartimento di Bioscienze dell’Università degli Studi di Milano in collaborazione con WWF Lecco e Parco Regionale Monte Barro è stato finanziato dall’importante organizzazione filantropica “The Mohamed bin Zayed Species Conservation Fund”, con sede ad Abu Dhabi (Emirati Arabi Uniti) e operativa a livello mondiale. L’obiettivo del progetto è di comprendere le cause di tale rarefazione e fornire indicazioni precise per la gestione delle popolazioni del gambero italiano Austropotamobius pallipes che ancora sopravvivono.
Il progetto vedrà l’attuazione di un’attenta indagine su siti di presenza accertata fino al 2005 in diverse località prealpine e appenniniche del Nord Italia. Tale indagine servirà ad ottenere un quadro aggiornato delle cause che stanno determinando l’estinzione delle popolazioni di A. pallipes e a fornire delle indicazioni efficaci per proteggere il più rapidamente possibile le poche che ancora resistono.
Inoltre all’interno del Parco Regionale del Monte Barro si effettuerà un tentativo di ripristino di un’importante popolazione di gamberi che è andata estinta nel 2013 in località San Michele (Galbiate), dove un’introduzione di probabile origine dolosa di gamberi alloctoni della specie Orconectes limosus, originari degli Stati Uniti orientali, ha infettato i gamberi autoctoni provocando nel giro di 24/48 ore la completa estinzione della popolazione presente in quella località. Orconectes limosus sono infatti portatori sani di un temibile fungo, detto “peste del gambero”, in grado di uccidere in pochi giorni intere popolazioni di gamberi nostrani.
Referente per il WWF dell’importante progetto di studio e reintroduzione sarà il Dott. Raoul Manenti, vicepresidente dell’Associazione lecchese, che vediamo impegnato nelle immagini seguenti con alcuni attivisti WWF lecco, in attività di monitoraggio notturno del gambero di fiume.

Maggiori dettagli sul progetto sono disponibili direttamente sul sito dell’organizzazione araba che ha assicurato il finanziamento: http://www.speciesconservation.org/case-studies-projects/white-clawed-crayfish/12949.

Al via il corso "Il mondo dei rapaci"

2/3/2016

 
Aquile, nibbi, poiane, falchi... Affascinanti predatori dei cieli.
Questo il tema del corso proposto da 
WWF Lecco, in collaborazione con il Parco Monte Barro e il CROS (Centro Ricerche Ornitologiche Scanagatta) di Varenna e con il patrocinio del Comune di Galbiate, nelle serate del 2-9-16 marzo.
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Relatore del corso Piero Bonvicini, laureato in Scienze Naturali, esperto ornitologo e appassionato birdwatcher, fondatore del CROS Varenna, caporedattore del relativo Annuario e responsabile della mailing-list locale CROSVARENNA.
Referente per la provincia di Como dei censimenti IWC (International Waterbird Census), compie ricerche principalmente sui rapaci diurni e notturni.
Proprio sul riconoscimento di rapaci ha tenuto corsi di formazione e aggiornamento rivolti al personale delle Polizie Provinciali di Como e Sondrio. Per la Provincia di Como, di cui è consulente, ha curato recentemente una ricerca triennale sulla popolazione di rapaci, in particolare di Aquila reale.
Vanta al suo attivo la pubblicazione di decine di articoli su diverse riviste scientifiche e divulgative.
Piero Bonvicini
Piero Bonvicini
La proposta è stata quella di un corso rivolto in particolare ad approfondire la conoscenza degli Accipitriformi e Falconiformi che frequentano il territorio italiano, con lezioni incentrate sull’analisi dei piumaggi e dei diversi morfismi di questi gruppi di uccelli, per arrivare al riconoscimento delle singole specie e delle diverse classi di età.
Il programma delle tre serate:
Mercoledì 2 marzo:
  • Anatomia del piumaggio degli uccelli rapaci; strategie di muta; riconoscimento dei piumaggi e delle età
  • Aquile, avvoltoi e altri veleggiatori
Mercoledì 9 marzo:
  • Poiane & C.
  • Nibbi
  • Albanelle
  • Sparvieri ed Astore
Mercoledì 16 marzo:
  • Falchi: dallo Smeriglio al Falco pellegrino
  • Riconosci il rapace: esame di fine corso
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    Blog curato da WWF Lecco postmaster@wwf.lecco.it

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