Aquile, nibbi, poiane, falchi... Affascinanti predatori dei cieli. Questo il tema del corso proposto da WWF Lecco, in collaborazione con il Parco Monte Barro e il CROS (Centro Ricerche Ornitologiche Scanagatta) di Varenna e con il patrocinio del Comune di Galbiate, nelle serate del 2-9-16 marzo. Relatore del corso Piero Bonvicini, laureato in Scienze Naturali, esperto ornitologo e appassionato birdwatcher, fondatore del CROS Varenna, caporedattore del relativo Annuario e responsabile della mailing-list locale CROSVARENNA. Referente per la provincia di Como dei censimenti IWC (International Waterbird Census), compie ricerche principalmente sui rapaci diurni e notturni. Proprio sul riconoscimento di rapaci ha tenuto corsi di formazione e aggiornamento rivolti al personale delle Polizie Provinciali di Como e Sondrio. Per la Provincia di Como, di cui è consulente, ha curato recentemente una ricerca triennale sulla popolazione di rapaci, in particolare di Aquila reale. Vanta al suo attivo la pubblicazione di decine di articoli su diverse riviste scientifiche e divulgative. La proposta è stata quella di un corso rivolto in particolare ad approfondire la conoscenza degli Accipitriformi e Falconiformi che frequentano il territorio italiano, con lezioni incentrate sull’analisi dei piumaggi e dei diversi morfismi di questi gruppi di uccelli, per arrivare al riconoscimento delle singole specie e delle diverse classi di età.
Il programma delle tre serate: Mercoledì 2 marzo:
Nonostante il caldo di questo mese di luglio... attivisti WWF Lecco al lavoro per la realizzazione di una pozza-nursery sperimentale per il gambero di fiume (Austropotamobius italicus), progetto in collaborazione con Parco Monte Barro, finalizzato alla conservazione della biodiversità naturale. Si tratta di interventi di adattamento e manutenzione di una piccola pozza naturale nei pressi di una sorgente presente all'interno del Parco, che consentano di rendere la stessa più favorevole alle esigenze ecologiche dei gamberi di fiume I primi lavori sono consistiti nello scavo e preparazione del sito. Nelle prossime settimane verranno eseguiti alcuni lavori di rifinitura dell'area e installata una strumentazione di videosorveglianza per verificare la frequentazione antropica e la presenza di eventuali predatori.
Il progetto è coordinato dal Dott. Raoul Manenti, vicepresidente WWF Lecco ed esperto astacologo.
Una giornata “spesa” per la natura quella di domenica 2 novembre per gli attivisti del WWF Lecco, impegnati nell’area protetta del Parco Regionale del Monte Barro con il rilascio di alcuni rapaci (tre sparvieri e un gheppio) e settanta passeriformi: sei cesene, quindici merli, sei tordi sasselli e quarantatre tordi bottacci, che gli attivisti del WWF Lecco hanno restituito alla vita libera. I rapaci sono stati tutti recuperati nelle scorse settimane con ferite da arma da fuoco e curati dai veterinari del CRAS WWF Valpredina per l’estrazione dei pallini di piombo conficcati nello sterno, alcuni con lesioni alle zampe o alle ali. Animali protetti dalla legislazione italiana ed europea ma ugualmente vittime di cacciatori senza scrupoli. Per quanto riguarda invece i passeriformi sono tutti uccelli da richiamo oggetto di sequestro dell’Autorità Giudiziaria perché detenuti illegalmente. La barbara pratica dei richiami vivi sopravvive ormai in poche regioni italiane, tra cui purtroppo la Lombardia. Nelle scorse settimane anche il Veneto ha detto basta, chiudendo tutti i roccoli di cattura e piegandosi finalmente alle norme europee che vietano la cattura degli uccelli con le reti. Ancora più recente, del 30 ottobre scorso, la diffida del Ministro per gli affari regionali alla Regione Emilia Romagna per lo stop agli impianti di cattura entro quindici giorni dall’atto (e quindi entro la metà di novembre). È solo questione di tempo e di maturazione della coscienza civile perché finalmente anche in Lombardia si arrivi alla chiusura e alla definitiva abolizione della caccia con utilizzo di richiami vivi, una delle tante “tradizioni” di violenza indegne di un paese civile. L’evento di liberazione è stato seguito da una piccola folla dove spiccava la presenza di tanti bambini, ammirati dallo sguardo dei rapaci e dal canto dei tordi, e chiusa con la liberazione di un simpatico riccio che si è subito avviato verso il bosco per cercare un riparo dove trascorrere il letargo invernale. Si tratta di azioni, come quella del bracconaggio di specie di uccelli protetti, che ignorano e calpestano le leggi che le comunità nazionali e internazionali si sono date per preservare questo pianeta e la nostra esistenza. Un vero e proprio saccheggio illegale di natura che produce localmente sofferenza, povertà e soprusi e che vale 213 miliardi di dollari all’anno, come denunciato dall’Unep (il Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente) e dall’Interpol. Tra questi, il solo traffico di specie, che fa viaggiare da un continente all’altro avorio, corni di rinoceronte, pelli e legname, alimenta un giro di affari di 23 miliardi di dollari all’anno, ed è il quarto mercato illegale mondiale dopo droga, armi e esseri umani.
I crimini ambientali negano diritti umani, sicurezza, pace e sviluppo: sconfiggerli è la nuova vera sfida per la conservazione di questo pianeta e per il benessere delle generazioni future. Intanto nuove ali solcano i cieli lecchesi, segno concreto dell’impegno del WWF sul territorio. Comunicato stampa congiunto WWF - Legambiente - CROS - Amici Monte di Brianza
Si è svolto sabato 27 settembre persso la Riserva Naturale di Valpredina (BG), un incontro formativo sul benessere animale nelle attività di controllo sui richiami vivi, riservato al personale professionale o volontario di vigilanza venatoria e zoofile. Relatori sono stati il dott. Alessandro Bianchi - (Centro di referenza nazionale per il benessere animale (CrenBA) dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia Romagna), Matteo ed Enzo Mauri – (rispettivamente Responsabile C.R.A.S. WWF Valpredina e Direttore Riserva naturale SIC Valpredina – Misma). Il corso, che ha visto anche la partecipazione di tre Guardie venatorie del WWF Lecco, ha previsto una sessione teorica relativa a "Elementi base per la valutazione del benessere animale", "La legislazione in materia di richiami vivi", "Richiami vivi da cattura e da allevamento – le principali patologie legate alla stabulazione in gabbie da richiamo", "Il controllo dei richiami vivi e delle marcature", "Linee guida sulla loro identificazione" , "Tecniche di cattura/manipolazione e la strumentazione indispensabile", a cui ha fatto seguito la sessione pratica con "cattura in gabbia, voliera “corridore” e similari, manipolazione, accertamento delle condizioni, identificazione ed amovibilità delle marcature" durante la quale i partecipanti hanno dimostrato di aver appreso correttamente le tecniche di cattura e manipolazione/controllo dei richiami vivi. ![]() Dove sono finte le rondini?... A inizio primavera arrivano dall’Africa e ci allietano della loro presenza. Eppure non tutti sanno che rondini e balestrucci sono in declino, infatti negli ultimi anni le due specie hanno subito un forte calo. Una delle cause principali che determinano questa situazione è da ricercare nelle aree di nidificazione. La Rondine soffre in campagna, dove l’agricoltura è sempre più intensiva, mentre il Balestruccio, che al contrario vive preferibilmente in città, fatica sempre più a trovare luoghi idonei per nidificare. Per aumentare le conoscenze sulle due specie e capire come contrastarne il rapido declino, la LIPU ha recentemente lanciato un appello ai cittadini perché aiutino gli ornitologi a fare il punto della situazione. Molti ornitologi e speriamo tantissimi cittadini insieme nel più grande progetto di Citizen Science, ossia la scienza fatta dai cittadini, mai realizzato in Italia nel campo della natura. Rondini e Balestrucci sono specie fra le più conosciute e apprezzate dalla gente anche perché si nutrono di una grande quantità di mosche, zanzare e altri insetti volanti. Partecipare all'iniziativa è semplice!Partecipare a questa iniziativa è semplice: basta registrarsi sul sito internet www.ornitho.it e compilare poi una semplice scheda in cui è possibile inserire fin da subito le proprie osservazioni di Rondine e Balestruccio (come iscriversi a Ornitho e inserire i dati). In alternativa, se lo preferite, è possibile scaricare questa scheda cartacea (Censimento Rondini e balestrucci) da compilare e ritornare, a fine nidificazione, all'Associazione CROS Varenna, che si occupa della raccolta dati. Tutti i cittadini, e non solo gli specialisti, che hanno a cuore la sorte di questi uccelli potranno in questo modo dare un contributo fondamentale per la tutela della natura e di queste due specie così importanti ed utili all'uomo ed all'ambiente. L’iniziativa contribuirà al progetto “Atlante italiano degli uccelli nidificanti in Italia” che ha come obiettivo quello di ottenere una dettagliata distribuzione delle specie che nidificano nel nostro Paese. L’Atlante fa parte anche di un progetto europeo di ricerca che si concluderà nel 2016. Il procedere del progetto potrà essere visibile a tutti coloro che vi contribuiranno e che potranno vedere le proprie segnalazioni insieme a quelle di tutti gli altri. Diverse domande cercano una risposta: in quali comuni nidifica ancora almeno una delle due specie? Quanti nidi ci sono in ogni comune e dove sono le maggiori concentrazioni? Qual'è la situazione della Rondine e del Balestruccio in Italia ed in Provincia di Lecco? È importante che i cittadini partecipino all'iniziativa con le loro segnalazioni: insegnanti, studenti, agricoltori (nelle cui stalle forse ancora qualche Rondine sopravvive) e tutti coloro che osservano questi bellissimi uccelli. Come identificare rondine e balestruccio?Per distinguere le due specie, basta consultare questo documento pubblicato dalla LIPU: Confronto_balestruccio_rondine.pdf.
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Puntuale anche quest'anno l'appuntamento con la campagna di salvataggio dei rospi del Moregallo, nella zona Melgone/Onno.
L'inverno non inverno di quest'anno potrebbe darci delle sorprese, e la migrazione potrebbe partire già nei prossimi giorni, quindi preparatevi e state pronti. Avanti dunque! Non siate timidi nel dare le vostre disponibilità e diamo il via alla Campagna Salvataggio Rospi 2014. Per dare la propria disponibilità e per coordinare il tutto fate riferimento ai vari referenti serali riportati di seguito. Vi ricordo che ogni volontario dovrà essere munito di apposito giubbino catarifrangente, secchio, torcia elettrica con almeno 2/4 ore di autonomia (preferibilmente di tipo ricaricabile o con batterie ricaricabili), guanti leggeri e tanta buona volontà!! I coordinatori in genere hanno a disposizione qualche secchio, torcia e giubbetto in più da distribuire ai volontari, ma in numero molto limitato.. vi chiediamo quindi, nel limite del possibile, di venire con già tutto il necessario. Vi ricordo inoltre che è molto importante raccogliere i dati sugli andamenti della migrazione, quindi ogni sera sarà indispensabile tenere il conto degli individui in discesa e in risalita, divisi tra maschi e femmine, e anche del numero degli individui schiacciati dalle auto.. Questi dati andranno consegnati ogni sera prima di andare via al referente di turno, o, qualora non fosse possibile, mandati a me via e-mail o via sms, indicando anche la data e la località (Melgone - Cipressi - Onno). Di seguito riporto i riferimenti dei referenti per le varie sere, a cui far riferimento per le presenze e a cui dare i dati a fine serata.
Felice Farina ([email protected] - cell. 349.5216020) Per chi fosse nuovo a questa esperienza...
...o se volete girare l'invito e la mai a nuovi possibili volontari, due brevi indicazioni, potrete poi chiedere al referente di serata ulteriori chiarimenti. Il Rospo comune adulto (Bufo bufo il nome scientifico) vive stabilmente nel bosco durante l'anno, non è legato ad ambienti acquatici come le sue cugine rane, ma all'acqua deve andarci obbligatoriamente una volta all'anno per deporre le uova. Ci va ad inizio primavera, dopo il periodo di letargo invernale, vi si trattiene giusto qualche settimana, il tempo necessario per trovare un compagno/compagna e deporre le uova e poi torna subito nel bosco. Le uova sono racchiuse in lunghi filamenti gelatinosi che la femmina depone in acqua bassa attorcigliandoli a sassi o vegetazione per non farli portar via dalle onde. Mentre la femmina depone, il maschio prescelto, che è ben più piccolo, le sta saldamente aggrappato sul dorso e feconda le uova. ![]()
Purtroppo spesso capita che lungo il percorso che dal bosco dove vivono porta all'acqua dove si riproducono, siano costretti ad attraversare una o più strade.
Il rospo è lento, cammina o fa piccoli salti, e nell'attraversare la strada la probabilità che qualche auto lo investa è molto alta. Per questo è necessario operare con campagne di salvataggio. Nell'area in cui operiamo noi sono state posizionate barriere di plastica in entrambi i lati della strada o appena dentro il bosco, in modo da bloccare si la discesa che la successiva risalita dei rospi, che non sono in grado di scavalcarle, ed evitando così che finiscano in strada schiacciati dalle auto. I volontari, per tutta la durata della migrazione, percorrono la barriera a monte della strada, prendono i rospi che sono stati bloccati, li mettono in un secchio e li liberano in punti prestabiliti in riva al lago. Un lavoro analogo va fatto anche alla barriera a valle per riportare nel bosco gli individui che hanno già deposto le uova. Questo va fatto tutte le sere, in ogni condizione meteo, giorni feriali e festivi. Si inizia prima che faccia buio e si continua per 2, 3 o anche 4 ore, a seconda del periodo e dell'intensità dei passaggi. L'attività di monitoraggio![]()
Per valutare lo stato di salute della popolazione noi operiamo anche un'attività di monitoraggio anno con anno, contando tutti i rospi che trasportiamo sia in discesa che in risalita, maschi e femmine. Distinguere i due sessi non è difficile perché le femmine sono molto più grosse, i maschi hanno cuscinetti nuziali ruvidi sulle dita delle zampe anteriori che servono a star meglio aggrappati alla femmina durante l'accoppiamento.
Solo i maschi, inoltre emettono il caratteristico canto. Per facilitare le operazioni di coordinamento è preferibile che chi vuole dare una mano si metta a disposizione per un giorno fisso a settimana (chi vuole può farne anche 2 o 3, non è vietato) per tutto il periodo, che grosso modo andrà avanti per da metà marzo fino verso la fine di aprile. Di seguito potete vedere qual'è l'area interessata dalle operazioni di salvataggio, che è divisa in tre tratti, da nord a sud: Onno, Cipressi e Melgone. Visualizza Operazione Salvataggio Rospi del Moregallo (LC) in una mappa di dimensioni maggiori
Dopo lunghe cure e terapie riabilitative presso il CRAS (Centro Recupero Animali Selvatici) dell’Oasi WWF di Valpredina (BG), una poiana (Buteo buteo), uno sparviero (Accipiter nisus) e tre gheppi (Falco tinnunculus) hanno ripreso il volo dalle pendici del Monte Barro, in una bella giornata autunnale, seguiti dagli sguardi ammirati di numerosi presenti all’evento.
Nel pomeriggio, in un luogo più idoneo nei pressi del lago di Annone, la liberazione di uno splendido gufo di plaude (Asio flammeus), vittima di avvelenamento e anch’esso recuperato al volo dalle cure dei veterinari del CRAS WWF. A seguire il Consiglio Direttivo dell’Associazione e gli attivisti si sono riuniti per una prima programmazione delle attività 2014. Tante le idee, dai corsi naturalistici al monitoraggio delle specie aliene, dalle tradizionali uscite alla ricerca della salamandra nera al progetto di un giardino per farfalle, alle possibili sinergie con aziende agricole e produttori locali per la promozione di cibi a kilometro zero... oltre alla quotidiana attenzione per la tutela del territorio lecchese e della sua naturalità.“Le idee non ci mancano –dice il presidente Lello Bonelli- la loro possibile realizzazione dipenderà poi da tempo, risorse, e soprattutto dalle persone che ci vorranno dare una mano a concretizzarle. Ma giornate di impegno come quella di oggi e la presenza di tanti attivisti e persone che per la prima volta sono venute a conoscerci sono un segnale positivo per la continuità e la crescita dell’Associazione.” Intanto nuove ali solcano i cieli lecchesi, segno concreto dell’impegno del WWF sul territorio. ![]() Nel weekend tra sabato 27 e domenica 28 luglio il WWF Lecco ha organizzato una escursione in alta Val Gerola alla ricerca della salamandra nera alpina (per info sul progetto: http://wwf.lecco.it/progetto-salamandra-atra.html) Nove "coraggiosi", tra attivisti e simpatizzanti sono saliti da Pescegallo (Gerola Alta) al Rifugio Salmurano dove hanno cenato e pernottato. Alle 2:50 (!), coordinati dal vice presidente WWF Lecco Dott. Raoul Manenti, sveglia e partenza per la zona del Pizzo Tronella. Notte fresca e umida, condizioni ottimali... Dopo circa 45 minuti di cammino ecco la prima Salamandra nera! Nell'arco di un paio d'ore sono state censiti e campionati sette esemplari, con rilevamento dei parametri ambientali dei luoghi di ritrovamento. Il rientro al Rifugio intorno alle 6.30, pronti per la colazione. Stanchi, assonnati, ma con la soddisfazione per tutti di un'esperienza unica. L'area di ritrovamento degli esemplari censiti non è molto lontana dalla zona della Val Biandino, dove il WWF Lecco aveva già organizzato alcune uscite lo scorso anno, purtroppo senza riscontri. L'augurio è che le condizioni ambientali permettano il diffondersi di questa popolazione, già segnalata nelle Orobie bergamasche e sondriesi e ancora in attesa del primo rilevamento nella nostra provincia. Di seguito le prime immagini della nottata, non le migliori, ma importanti come testimonianza! ![]() In occasione della giornata delle Oasi WWF, l'Associazione WWF Lecco contribuisce con una donazione di 1.000Euro al Progetto Orso Bruno lanciato dal WWF Italia con l’obiettivo di valorizzare un’area tra le più preziose di tutte le Alpi, un’area che si trova sul Massiccio dell’Adamello Brenta: l’area di Maso Fratton e del torrente Sporeggio, abbandonata per quasi 50 anni e acquistata nel 1993 dal FAI (Fondo Ambiente Italia) per salvaguardare uno dei siti di alimentazione degli ultimi esemplari di orso bruno delle Alpi. Grazie a un accordo di gestione con il WWF sono iniziati i lavori di ripristino, a titolo volontario, a cui si è affiancata negli ultimi anni la professionalità di un’Azienda Agricola locale; ciò ha permesso il recupero delle antiche cultivar di frutta presenti e il recupero di habitat rari, come i prati aridi ricchi di orchidee selvatiche. Il sentiero di visita di Maso Fratton, realizzato in collaborazione con il Comune di Spormaggiore e la Provincia Autonoma di Trento, permette il contatto con la zona basale delle Dolomiti di Brenta, dove affiorano le acque dopo lunghi percorsi sotterranei attraverso le montagne del Parco Naturale Adamello Brenta. L’area è attraversata da uno dei più bei torrenti del Trentino, lo Sporeggio, un corso d’acqua intatto, costellato di grandi massi e dalla portata considerevole. La vegetazione arriva fino sulle rive e alcune specie, come i salici e gli ontani, si trovano anche in alveo. Il sito è frequentato dall’orso bruno e da numerose specie della fauna alpina. Il WWF vuole ampliare l’area, renderla maggiormente funzionale alla presenza dell’orso attraverso il recupero dei vecchi frutteti abbandonati e gestirla secondo i criteri WWF, come Oasi affiliata. Il WWF prevede di acquistare e regalare ad allevatori e apicoltori recinti elettrificati dotati di pannelli solari, perché greggi e arnie possano essere protette, e di lavorare con i bambini e le scuole per insegnare loro che non c’è motivo di aver paura dell’orso. WWF Lecco è orgogliosa di poter contribuire a questo importante progetto e ringrazia tutti gli attivisti dell’Associazione che con il loro lavoro hanno reso possibile questo gesto d'amore per la natura. E' possibile contribuire al progetto con una donazione direttamente dal sito del WWF Italia: http://www.wwf.it/orsobruno/. |