Comunicato stampa congiunto WWF - Legambiente - CROS - Amici Monte di Brianza
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Si è svolto sabato 27 settembre persso la Riserva Naturale di Valpredina (BG), un incontro formativo sul benessere animale nelle attività di controllo sui richiami vivi, riservato al personale professionale o volontario di vigilanza venatoria e zoofile. Relatori sono stati il dott. Alessandro Bianchi - (Centro di referenza nazionale per il benessere animale (CrenBA) dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia Romagna), Matteo ed Enzo Mauri – (rispettivamente Responsabile C.R.A.S. WWF Valpredina e Direttore Riserva naturale SIC Valpredina – Misma). Il corso, che ha visto anche la partecipazione di tre Guardie venatorie del WWF Lecco, ha previsto una sessione teorica relativa a "Elementi base per la valutazione del benessere animale", "La legislazione in materia di richiami vivi", "Richiami vivi da cattura e da allevamento – le principali patologie legate alla stabulazione in gabbie da richiamo", "Il controllo dei richiami vivi e delle marcature", "Linee guida sulla loro identificazione" , "Tecniche di cattura/manipolazione e la strumentazione indispensabile", a cui ha fatto seguito la sessione pratica con "cattura in gabbia, voliera “corridore” e similari, manipolazione, accertamento delle condizioni, identificazione ed amovibilità delle marcature" durante la quale i partecipanti hanno dimostrato di aver appreso correttamente le tecniche di cattura e manipolazione/controllo dei richiami vivi. Dove sono finte le rondini?... A inizio primavera arrivano dall’Africa e ci allietano della loro presenza. Eppure non tutti sanno che rondini e balestrucci sono in declino, infatti negli ultimi anni le due specie hanno subito un forte calo. Una delle cause principali che determinano questa situazione è da ricercare nelle aree di nidificazione. La Rondine soffre in campagna, dove l’agricoltura è sempre più intensiva, mentre il Balestruccio, che al contrario vive preferibilmente in città, fatica sempre più a trovare luoghi idonei per nidificare. Per aumentare le conoscenze sulle due specie e capire come contrastarne il rapido declino, la LIPU ha recentemente lanciato un appello ai cittadini perché aiutino gli ornitologi a fare il punto della situazione. Molti ornitologi e speriamo tantissimi cittadini insieme nel più grande progetto di Citizen Science, ossia la scienza fatta dai cittadini, mai realizzato in Italia nel campo della natura. Rondini e Balestrucci sono specie fra le più conosciute e apprezzate dalla gente anche perché si nutrono di una grande quantità di mosche, zanzare e altri insetti volanti. Partecipare all'iniziativa è semplice!Partecipare a questa iniziativa è semplice: basta registrarsi sul sito internet www.ornitho.it e compilare poi una semplice scheda in cui è possibile inserire fin da subito le proprie osservazioni di Rondine e Balestruccio (come iscriversi a Ornitho e inserire i dati). In alternativa, se lo preferite, è possibile scaricare questa scheda cartacea (Censimento Rondini e balestrucci) da compilare e ritornare, a fine nidificazione, all'Associazione CROS Varenna, che si occupa della raccolta dati. Tutti i cittadini, e non solo gli specialisti, che hanno a cuore la sorte di questi uccelli potranno in questo modo dare un contributo fondamentale per la tutela della natura e di queste due specie così importanti ed utili all'uomo ed all'ambiente. L’iniziativa contribuirà al progetto “Atlante italiano degli uccelli nidificanti in Italia” che ha come obiettivo quello di ottenere una dettagliata distribuzione delle specie che nidificano nel nostro Paese. L’Atlante fa parte anche di un progetto europeo di ricerca che si concluderà nel 2016. Il procedere del progetto potrà essere visibile a tutti coloro che vi contribuiranno e che potranno vedere le proprie segnalazioni insieme a quelle di tutti gli altri. Diverse domande cercano una risposta: in quali comuni nidifica ancora almeno una delle due specie? Quanti nidi ci sono in ogni comune e dove sono le maggiori concentrazioni? Qual'è la situazione della Rondine e del Balestruccio in Italia ed in Provincia di Lecco? È importante che i cittadini partecipino all'iniziativa con le loro segnalazioni: insegnanti, studenti, agricoltori (nelle cui stalle forse ancora qualche Rondine sopravvive) e tutti coloro che osservano questi bellissimi uccelli. Come identificare rondine e balestruccio?Per distinguere le due specie, basta consultare questo documento pubblicato dalla LIPU: Confronto_balestruccio_rondine.pdf.
Puntuale anche quest'anno l'appuntamento con la campagna di salvataggio dei rospi del Moregallo, nella zona Melgone/Onno.
L'inverno non inverno di quest'anno potrebbe darci delle sorprese, e la migrazione potrebbe partire già nei prossimi giorni, quindi preparatevi e state pronti. Avanti dunque! Non siate timidi nel dare le vostre disponibilità e diamo il via alla Campagna Salvataggio Rospi 2014. Per dare la propria disponibilità e per coordinare il tutto fate riferimento ai vari referenti serali riportati di seguito. Vi ricordo che ogni volontario dovrà essere munito di apposito giubbino catarifrangente, secchio, torcia elettrica con almeno 2/4 ore di autonomia (preferibilmente di tipo ricaricabile o con batterie ricaricabili), guanti leggeri e tanta buona volontà!! I coordinatori in genere hanno a disposizione qualche secchio, torcia e giubbetto in più da distribuire ai volontari, ma in numero molto limitato.. vi chiediamo quindi, nel limite del possibile, di venire con già tutto il necessario. Vi ricordo inoltre che è molto importante raccogliere i dati sugli andamenti della migrazione, quindi ogni sera sarà indispensabile tenere il conto degli individui in discesa e in risalita, divisi tra maschi e femmine, e anche del numero degli individui schiacciati dalle auto.. Questi dati andranno consegnati ogni sera prima di andare via al referente di turno, o, qualora non fosse possibile, mandati a me via e-mail o via sms, indicando anche la data e la località (Melgone - Cipressi - Onno). Di seguito riporto i riferimenti dei referenti per le varie sere, a cui far riferimento per le presenze e a cui dare i dati a fine serata.
Felice Farina (faunaviva.felice@gmail.com - cell. 349.5216020) Per chi fosse nuovo a questa esperienza...
...o se volete girare l'invito e la mai a nuovi possibili volontari, due brevi indicazioni, potrete poi chiedere al referente di serata ulteriori chiarimenti.
Il Rospo comune adulto (Bufo bufo il nome scientifico) vive stabilmente nel bosco durante l'anno, non è legato ad ambienti acquatici come le sue cugine rane, ma all'acqua deve andarci obbligatoriamente una volta all'anno per deporre le uova. Ci va ad inizio primavera, dopo il periodo di letargo invernale, vi si trattiene giusto qualche settimana, il tempo necessario per trovare un compagno/compagna e deporre le uova e poi torna subito nel bosco. Le uova sono racchiuse in lunghi filamenti gelatinosi che la femmina depone in acqua bassa attorcigliandoli a sassi o vegetazione per non farli portar via dalle onde. Mentre la femmina depone, il maschio prescelto, che è ben più piccolo, le sta saldamente aggrappato sul dorso e feconda le uova.
Purtroppo spesso capita che lungo il percorso che dal bosco dove vivono porta all'acqua dove si riproducono, siano costretti ad attraversare una o più strade.
Il rospo è lento, cammina o fa piccoli salti, e nell'attraversare la strada la probabilità che qualche auto lo investa è molto alta. Per questo è necessario operare con campagne di salvataggio. Nell'area in cui operiamo noi sono state posizionate barriere di plastica in entrambi i lati della strada o appena dentro il bosco, in modo da bloccare si la discesa che la successiva risalita dei rospi, che non sono in grado di scavalcarle, ed evitando così che finiscano in strada schiacciati dalle auto. I volontari, per tutta la durata della migrazione, percorrono la barriera a monte della strada, prendono i rospi che sono stati bloccati, li mettono in un secchio e li liberano in punti prestabiliti in riva al lago. Un lavoro analogo va fatto anche alla barriera a valle per riportare nel bosco gli individui che hanno già deposto le uova. Questo va fatto tutte le sere, in ogni condizione meteo, giorni feriali e festivi. Si inizia prima che faccia buio e si continua per 2, 3 o anche 4 ore, a seconda del periodo e dell'intensità dei passaggi. L'attività di monitoraggio
Per valutare lo stato di salute della popolazione noi operiamo anche un'attività di monitoraggio anno con anno, contando tutti i rospi che trasportiamo sia in discesa che in risalita, maschi e femmine. Distinguere i due sessi non è difficile perché le femmine sono molto più grosse, i maschi hanno cuscinetti nuziali ruvidi sulle dita delle zampe anteriori che servono a star meglio aggrappati alla femmina durante l'accoppiamento.
Solo i maschi, inoltre emettono il caratteristico canto. Per facilitare le operazioni di coordinamento è preferibile che chi vuole dare una mano si metta a disposizione per un giorno fisso a settimana (chi vuole può farne anche 2 o 3, non è vietato) per tutto il periodo, che grosso modo andrà avanti per da metà marzo fino verso la fine di aprile. Di seguito potete vedere qual'è l'area interessata dalle operazioni di salvataggio, che è divisa in tre tratti, da nord a sud: Onno, Cipressi e Melgone. Visualizza Operazione Salvataggio Rospi del Moregallo (LC) in una mappa di dimensioni maggiori
Dopo lunghe cure e terapie riabilitative presso il CRAS (Centro Recupero Animali Selvatici) dell’Oasi WWF di Valpredina (BG), una poiana (Buteo buteo), uno sparviero (Accipiter nisus) e tre gheppi (Falco tinnunculus) hanno ripreso il volo dalle pendici del Monte Barro, in una bella giornata autunnale, seguiti dagli sguardi ammirati di numerosi presenti all’evento.
Nel pomeriggio, in un luogo più idoneo nei pressi del lago di Annone, la liberazione di uno splendido gufo di plaude (Asio flammeus), vittima di avvelenamento e anch’esso recuperato al volo dalle cure dei veterinari del CRAS WWF. A seguire il Consiglio Direttivo dell’Associazione e gli attivisti si sono riuniti per una prima programmazione delle attività 2014. Tante le idee, dai corsi naturalistici al monitoraggio delle specie aliene, dalle tradizionali uscite alla ricerca della salamandra nera al progetto di un giardino per farfalle, alle possibili sinergie con aziende agricole e produttori locali per la promozione di cibi a kilometro zero... oltre alla quotidiana attenzione per la tutela del territorio lecchese e della sua naturalità.“Le idee non ci mancano –dice il presidente Lello Bonelli- la loro possibile realizzazione dipenderà poi da tempo, risorse, e soprattutto dalle persone che ci vorranno dare una mano a concretizzarle. Ma giornate di impegno come quella di oggi e la presenza di tanti attivisti e persone che per la prima volta sono venute a conoscerci sono un segnale positivo per la continuità e la crescita dell’Associazione.” Intanto nuove ali solcano i cieli lecchesi, segno concreto dell’impegno del WWF sul territorio.
La notte al Pizzo Tronella
Nel weekend tra sabato 27 e domenica 28 luglio il WWF Lecco ha organizzato una escursione in alta Val Gerola alla ricerca della salamandra nera alpina (per info sul progetto: http://wwf.lecco.it/progetto-salamandra-atra.html) Nove "coraggiosi", tra attivisti e simpatizzanti sono saliti da Pescegallo (Gerola Alta) al Rifugio Salmurano dove hanno cenato e pernottato. Alle 2:50 (!), coordinati dal vice presidente WWF Lecco Dott. Raoul Manenti, sveglia e partenza per la zona del Pizzo Tronella. Notte fresca e umida, condizioni ottimali... Dopo circa 45 minuti di cammino ecco la prima Salamandra nera! Nell'arco di un paio d'ore sono state censiti e campionati sette esemplari, con rilevamento dei parametri ambientali dei luoghi di ritrovamento. Il rientro al Rifugio intorno alle 6.30, pronti per la colazione. Stanchi, assonnati, ma con la soddisfazione per tutti di un'esperienza unica. L'area di ritrovamento degli esemplari censiti non è molto lontana dalla zona della Val Biandino, dove il WWF Lecco aveva già organizzato alcune uscite lo scorso anno, purtroppo senza riscontri. L'augurio è che le condizioni ambientali permettano il diffondersi di questa popolazione, già segnalata nelle Orobie bergamasche e sondriesi e ancora in attesa del primo rilevamento nella nostra provincia. Di seguito le prime immagini della nottata, non le migliori, ma importanti come testimonianza! In occasione della giornata delle Oasi WWF, l'Associazione WWF Lecco contribuisce con una donazione di 1.000Euro al Progetto Orso Bruno lanciato dal WWF Italia con l’obiettivo di valorizzare un’area tra le più preziose di tutte le Alpi, un’area che si trova sul Massiccio dell’Adamello Brenta: l’area di Maso Fratton e del torrente Sporeggio, abbandonata per quasi 50 anni e acquistata nel 1993 dal FAI (Fondo Ambiente Italia) per salvaguardare uno dei siti di alimentazione degli ultimi esemplari di orso bruno delle Alpi. Grazie a un accordo di gestione con il WWF sono iniziati i lavori di ripristino, a titolo volontario, a cui si è affiancata negli ultimi anni la professionalità di un’Azienda Agricola locale; ciò ha permesso il recupero delle antiche cultivar di frutta presenti e il recupero di habitat rari, come i prati aridi ricchi di orchidee selvatiche. Il sentiero di visita di Maso Fratton, realizzato in collaborazione con il Comune di Spormaggiore e la Provincia Autonoma di Trento, permette il contatto con la zona basale delle Dolomiti di Brenta, dove affiorano le acque dopo lunghi percorsi sotterranei attraverso le montagne del Parco Naturale Adamello Brenta. L’area è attraversata da uno dei più bei torrenti del Trentino, lo Sporeggio, un corso d’acqua intatto, costellato di grandi massi e dalla portata considerevole. La vegetazione arriva fino sulle rive e alcune specie, come i salici e gli ontani, si trovano anche in alveo. Il sito è frequentato dall’orso bruno e da numerose specie della fauna alpina. Il WWF vuole ampliare l’area, renderla maggiormente funzionale alla presenza dell’orso attraverso il recupero dei vecchi frutteti abbandonati e gestirla secondo i criteri WWF, come Oasi affiliata. Il WWF prevede di acquistare e regalare ad allevatori e apicoltori recinti elettrificati dotati di pannelli solari, perché greggi e arnie possano essere protette, e di lavorare con i bambini e le scuole per insegnare loro che non c’è motivo di aver paura dell’orso. WWF Lecco è orgogliosa di poter contribuire a questo importante progetto e ringrazia tutti gli attivisti dell’Associazione che con il loro lavoro hanno reso possibile questo gesto d'amore per la natura. E' possibile contribuire al progetto con una donazione direttamente dal sito del WWF Italia: http://www.wwf.it/orsobruno/. Proseguono senza sosta le attività dell’Associazione WWF Lecco: gli attivisti sono impegnati su due fronti, con un progetto di ricerca sulle popolazioni di gambero di fiume presenti nei torrenti del Monte Barro. E' in corso un monitoraggio che interessa sia i tratti di ruscelli posti all'interno dei confini del Parco (dove sono presenti i gamberi nostrani) sia i tratti alla foce dove c'è potenzialmente il rischio che si insedino i gamberi alloctoni e risalendo entrino in contatto con esemplari della specie nostrana, infettandoli. E' prevista anche una caratterizzazione della comunità di invertebrati acquatici di ogni tratto monitorato e di qualche variabile ambientale indicativa dello stato di salute dei ruscelli. I lavori sono iniziati a fine aprile con termine indicativo a novembre 2013. Al termine è prevista la stesura di una relazione conclusiva con i risultati dell’indagine. A questo link alcune immagini e la galleria fotografica delle attività di campo. Contemporaneamente gli attivisti sono impegnati anche con il progetto BarroBugBox, con cui il WWF lecchese grazie alla collaborazione con Parco Monte Barro e Apilombardia (Associazione Regionale Produttori Apistici) lancia un’iniziativa per contribuire a fermare il declino degli insetti impollinatori. Esistono prove scientifiche di un continuo declino di impollinatori selvatici, determinato da diversi fattori tra cui la scomparsa dei loro habitat naturali e la conseguente scarsità di luoghi di nidificazione: nasce così l’iniziativa “BarroBugBox 2013” promossa dal WWF Lecco che con la collaborazione di Parco Monte Barro e Apilombardia valuterà tempi, luoghi e modalità per il posizionamento di nidi artificiali per gli insetti, nell’ambito di un progetto finalizzato a favorire la presenza di impollinatori e il conseguente incremento delle specie floristiche tipiche dei prati magri del Barro. Il posizionamento, la manutenzione e il rilevamento dei risultati sarà operato direttamente dagli attivisti dell’Associazione WWF Lecco.Le prime bugbox sono state posizionate entro i confini del Parco Monte Barro. Sulla base dei risultati che saranno raccolti e resi pubblici, l’Associazione auspica di poter allargare l’iniziativa ad altre aree del territorio provinciale, a cominciare dai Parchi e dalle aree protette, ma rivolgendosi anche ai Comuni, alle aziende o a privati cittadini interessati alla proposta, che possano rendere disponibili aree verdi naturali a prato o piantumate a ortaggi o alberi da frutto (ovviamente non trattate con antiparassitari, diserbanti o altri veleni purtroppo molto diffusi in agricoltura) e che possano ospitare le bugbox del WWF. Le casette per gli insetti sono poco ingombranti, non necessitano di particolare manutenzione e rappresentano un importante contributo per l’impollinazione naturale, oltre a rappresentare un impegno per preservare la varietà della natura e per migliorarla con iniziative concrete. A questo link alcune immagini dell'impegno degli attivisti WWF Lecco per il posizionamento delle bugbox nelle località Prà Pozzetto, Costaperla, Sentiero botanico e Baita Pescate. Da oltre trent'anni il WWF Italia gestisce undici Centri di Recupero di Animali Selvatici (CRAS): veri e propri Pronto Soccorso che ogni anno accolgono e curano migliaia di animali selvatici feriti o in difficoltà. Il CRAS territorialmente a noi più vicino è quello dell'Oasi WWF di Valpredina, in provincia di Bergamo (http://www.oasivalpredina.it/Home.html), centro dotato di un ambulatorio veterinario, un'area con voliere e stabulari per le diverse specie e un'area faunistica per il recupero degli ungulati. Il WWF Lecco, nei limiti delle proprie possibilità, sostiene l'attività del CRAS Valpredina con interventi specifici e contributi destinati al Centro (http://wwf.lecco.it/3/post/2012/01/wwf-lecco-per-valpredina.html). Nell'ambito di questo rapporto di amicizia e collaborazione, nella giornata di oggi sette rapaci, tutti feriti da cacciatori durante questi primi mesi di apertura della caccia e recuperati grazie al lavoro dei veterinari del CRAS Oasi WWF di Valpredina, sono oggi tornati a volare nei cieli del lecchese. Lello Bonelli e Stefano Riva del WWF Lecco hanno proceduto, alla presenza del Presidente del Parco Monte Barro Federico Bonifacio e del vicepresidente Renato Grillo, alla liberazione di due poiane (Buteo buteo), quattro gheppi (Falco tinnunculus) e uno sparviere (Accipiter nisus). La liberazione è avvenuta all'interno dell'area protetta del Parco Monte Barro. La primavera dello scorso anno, con le serate divulgative "Amici con le ali!", l’Associazione WWF Lecco ha avviato un’attività di sensibilizzazione sull’importanza della tutela di rondini e pipistrelli, con l’obiettivo di far conoscere le loro abitudini, il loro comportamento, e soprattutto di sensibilizzare i cittadini sulla loro drastica riduzione e sull’importanza di una pacifica convivenza che rappresenta un vantaggio anche per l'uomo. In particolare, per quanto riguarda rondini e balestrucci - protette da convenzioni internazionali adottate anche dall’Italia - si tratta di specie fortemente legate all’ambiente urbano dove continuano a costruire i loro nidi e a riprodursi nonostante le condizioni sempre più difficili in cui si trovano a sopravvivere. Ogni anno, verso marzo, si possono ancora ammirare le rondini nei nostri paesi e anche nel centro di Lecco: le possiamo ancora sentire garrire nei nostri cieli, ammirarle mentre sfrecciano a filo dell’asfalto, osservarle riprendere possesso dei nidi abbandonati l’autunno precedente. Se nessuno nel frattempo li ha distrutti... Ma sono sempre meno, ogni anno. Esistono sicuramente problematiche molto complesse dietro la diminuzione della presenza di queste specie, che richiederebbero interventi coordinati a livello internazionale, campagne di sensibilizzazione, battaglie di lobby a livello di Unione europea per ottenere un’agricoltura sostenibile e rispettosa dell’ambiente. Ma c’è qualcosa di concreto che è possibile fare anche a livello locale, nella nostra provincia lecchese, a cominciare per esempio da un problema legato alla ristrutturazione degli edifici rurali (stalle in particolare), che sono tra i più importanti siti di nidificazione delle rondini, le quali costruiscono appunto il loro nido, realizzato in fango e paglia, sotto le grondaie o sui bordi delle stalle e dei cascinali, o anche, quando non trovano di meglio…, dei nostri condomini o delle nostre villette (la foto dell'articolo, di Lello Bonelli, è stata scattata nel centro di Oggiono). E’ importante, soprattutto nel periodo della nidificazione, che questi luoghi siano protetti da eventuali interventi edilizi o "di pulizia" e in questo caso anche la sensibilità di un Sindaco può rappresentare un importante contributo di tutela ambientale. Per questo motivo il WWF Lecco ha proposto un'idea per preparare una primavera più accogliente per il ritorno delle rondini nei cieli lecchesi, facendo partire un’iniziativa coinvolgente tutti i Comuni della provincia, chiedendo ad ogni Sindaco un atto d’amore e di attenzione verso questi amici con le ali! La richiesta del WWF è quella di adottare una delibera specifica per la protezione di rondini e balestrucci tramite alcune semplici indicazioni: la tutela dei loro nidi, la limitazione degli interventi di restauro degli edifici con la richiesta di un periodo temporale di "rispetto" nella fase della nidificazione, il divieto di utilizzare prodotti chimici diserbanti, soprattutto nei pressi dei corsi d’acqua... Il WWF lecchese ha inviato in questi primi giorni del 2012 a tutti i Sindaci la bozza di delibera da adottare, sperando che siano tante le Amministrazioni che vorranno seguire l’esempio del Comune di Ello, che già dal 2009 ha raccolto l'invito del WWF lecchese, adottando una specifica delibera di protezione di rondini e balestrucci votata all’unanimità dall’intero Consiglio Comunale. La proposta è stata inoltrata in data 10 gennaio 2012 con Posta Elettronica Certificata a tutti i Comuni della Provincia; ecco di seguito il testo della delibera proposta ai Sindaci:
I risultati dell'iniziativa...
Come sopra specificato l’Associazione ha contattato uno ad uno tutti i Sindaci dei 90 comuni lecchesi con la proposta di seguire l’esempio di Ello, inviando a tutti una bozza della delibera da adottare e chiedendo sostanzialmente un segno di attenzione, ben consapevoli che non è certo con un semplice atto amministrativo di un Comune che si può risolvere una problematica di dimensiono planetarie, ma confidando appunto in un’attenzione dei Sindaci per trasmettere anche ai cittadini un “segnale di sensibilità” nei confronti di una problematica ambientale. La grande maggioranza dei Sindaci non ha risposto all’invito, dimostrando indifferenza o nel migliore dei casi disattenzione. Qualche comune ha invece accolto la proposta andando anche oltre e organizzando, come è successo a Dervio e a Bellano (v. galleria fotografica), delle serate divulgative per sensibilizzare la cittadinanza sulle tematiche di conservazione ambientale, con l’intervento di esperti del WWF lecchese. Alla fine di questa prima “campagna di primavera”, al Comune di Ello, che ha fatto da apripista, si sono aggiunti appunto Dervio e Bellano, seguiti poi da Bosisio Parini, Osnago, Parlasco e Robbiate. In questi primi sette comuni del lecchese oggi rondini e balestrucci sono un pochino più tutelati. Non è molto, ma è un inizio. Aspettiamo qualche comune “ritardatario”, che non mancheremo di segnalare su questo sito, così come non mancheremo l’anno prossimo come WWF Lecco di riproporre l’iniziativa, auspicando ovviamente una maggiore attenzione da parte dei Sindaci. Su una pagina dedicata del nostro sito è disponibile l'elenco e la mappa dei Comuni lecchesi invitati a proteggere rondini e balestrucci, che terremo costantemente aggiornato. |