Escursione naturalistica sulla fauna e la flora degli ambienti umidi e delle sorgive del Parco Monte Barro. Osservazione presso lo stagno di Prà Puzzett, visita alle gallerie drenanti e al bosco della Valle del Faè ed infine l’esplorazione dell’antico cunicolo dell’Eremo con osservazione degli organismi tipici delle sorgenti presso il locale laboratorio didattico.
Per il secondo anno WWF Lecco e Parco Monte Barro hanno proposto il corso "Tecniche di costruzione dei muri a secco", che si è tenuto sabato 14 maggio nei pressi della Baita degli Alpini del Monte Barro.
A chiusura dell'evento "Sketchbook - La natura in un taccuino", organizzato dal WWF lecchese in collaborazione con il Parco Monte Barro, pubblichiamo alcune immagini dell'evento che si è tenuto nella splendida cornice di Villa Bertarelli... L'incontro si è svolto sotto la guida di Maria Elena Ferrari, biologa e illustratrice naturalistica.
Originaria di Parma, Maria Elena disegna da sempre e dal 1997 ha coniugato la passione per il disegno con quella per la natura e gli animali, svolgendo in maniera continuativa la professione di illustratrice naturalistica come freelance. Nel corso della giornata proposta dal WWF Lecco è stato anche possibile per molti intervenuti provare a esprimersi con matite ed acquerelli: una giornata di emozioni, curiosità e chiacchiere sull’arte e sulla natura, oltre che una splendida occasione per ammirare alcune tavole originali, stampe, gadgets e segnalibri di produzione dell’artista. Il WWF Lecco si sente in dovere di ringraziare (oltre naturalmente a Maria Elena e al marito Massimo...):
...e naturalmente tutti gli intervenuti, in particolare i bambini che hanno riempito di sorrisi e colori la giornata proposta dal WWF Lecco (*). * N.B.: Per disposizioni attinenti il DLgs 196 del 30/06/2003 (cosiddetto Decreto sulla Privacy), alcune foto che ritraggono minori intervenuti alla giornata non sono pubblicate sull'album fotografico visibile su Flickr. Se i genitori intervenuti all'evento desiderassero ricevere le foto dei loro bimbi (alcune sono particolarmente ben riuscite...) vi invitiamo a rivolgervi all'indirizzo mail [email protected]. A chiusura dell'evento "Amici con le ali", pubblichiamo alcune immagini delleserate svoltesi a Lecco, Galbiate e Pescate, sul tema di rondini e pipistrelli, per far conoscere le abitudini di queste due specie, il loro comportamento, di sfatare paure e soprattutto di sensibilizzare sulla loro drastica riduzione... L'evento è stato proposto dal WWF Lecco in collaborazione con Parco Monte Barro con un doppio appuntamento che si è tenuto mercoledì 6 e giovedì 7 aprile a Lecco a Palazzo Falck ed è stato ripetuto il mercoledì 13 e giovedì 14 aprile a Galbiate in Villa Bertarelli, sede del Parco Regionale Monte Barro.
Le serate del mercoledì dal significativo titolo “Fino a quando diremo: Benvenuta rondine?” hanno avuto come tema quello di cercare di capire il perché della costante diminuzione dei voli di rondini nei nostri cieli primaverili e sono state tenute da Giovanni Gottardi, ornitologo, socio fondatore del Gruppo Ornitologico Lombardo G.O.L. e vicepresidente del WWF Lombardia, con un interessante intervento sulle migrazioni delle rondini, e da Domenico Barboni, Guardia Ecologica, fotografo naturalista, autore di numerose pubblicazioni didattico divulgative, nonché guida naturalistica e curatore del museo della civiltà contadina nel Parco Agricolo Sud Milano. Il giovedì è stata invece la volta de “Il magico mondo del pipistrello, tra miti, leggende e false credenze”. Animatore della serata l'attivista del WWF lecchese Felice Farina, chirotterologo, socio fondatore dell’Associazione FaunaViva e socio del Gruppo Italiano Ricerca Chirotteri, che da oltre vent’anni si occupa della ricerca e salvaguardia dei pipistrelli e in tale ambito è una figura di riferimento a livello nazionale. Due specie diverse, rondini e pipistrelli, ma con un denominatore comune: il fatto che in momenti distinti della giornata si nutrono di zanzare, mosche e moscerini. nel corso degli incontri si è voluto far conoscere meglio le abitudini di queste due specie, il loro comportamento, di sfatare paure e soprattutto di sensibilizzare sulla loro drastica riduzione. Attraverso proiezioni e il racconto appassionato dei relatori si è cercato di conoscere meglio questi “amici con le ali”, scoprendo anche la loro grande dote “insetticida” e imparando che la convivenza pacifica è un vantaggio anche per l'uomo. In chiusura Felice Farina ha fatto da guida in un’appassionante serata con il “batdetector”, alla ricerca di pipistrelli lungo l'alzaia dell'Adda a Pescate. Il WWF Lecco si sente in dovere di ringraziare (oltre naturalmente ai relatori delle serate...):
![]() E' notizia di giovedì 9 marzo l'abbattimento di una poiana a fucilate ad opera di cacciatori autorizzati dall’Amministrazione Provinciale di Lecco nel comune di Monte Marenzo, durante la campagna di "contenimento numerico" della cornacchia grigia, ritenuta, nel retaggio mentale dei cacciatori e oggi anche degli amministratori di Villa Locatelli, specie "nociva". Questo significa cacciatori a scorazzare armati nelle nostre campagne anche in queste prime giornate primaverili in cui molte famiglie vorrebbero poter passeggiare in un bosco o nei prati e godere delle bellezze del nostro territorio senza rischiare di essere scambiati per una specie “nociva”, come è successo alla poiana abbattuta scambiata per una cornacchia (!...). L'episodio, estremamente grave, è la diretta conseguenza dell’assoluta superficialità con cui l'Amministrazione Provinciale di Lecco sta gestendo la nostra fauna, in un atteggiamento che vuole solo accomodare le richieste del mondo venatorio, ed in mancanza di informazioni scientificamente supportate sullo stato di conservazione della stessa. Dopo che la Provincia di Lecco ha autorizzato, su dettagliata ed esplicita richiesta dell'Ambito di Caccia Meratese guidato dal Presidente di Federcaccia Lecco, Giuseppe Aldeghi, la campagna di abbattimento della cornacchia grigia, assistiamo durante l’operazione di “contenimento” all'abbattimento “per sbaglio” di una rara Poiana (Buteo buteo), uno splendido rapace con una apertura alare dai 110 ai 130 cm, specie particolarmente protetta dalla legislazione italiana. Pressapochismo e leggerezza nella gestione dei problemi di conservazione della fauna, delega al mondo venatorio delle operazioni che sarebbero di competenza delle Guardie Venatorie provinciali, ingiustificata psicologica dipendenza degli amministratori locali alle istanze dei cacciatori, costante riduzione del personale dedicato alla vigilanza venatoria... tutti fattori che mettono la nostra provincia nelle condizioni peggiori per poter almeno sperare in una seria tutela del nostro patrimonio faunistico. Dopo aver autorizzato l'abbattimento di svassi e cormorani, dopo il “contenimento” della cornacchia grigia a suon di fucilate, dopo le volpi e le nutrie, l’Amministrazione provinciale lecchese investe tempo e risorse economiche per accontentare uno sparuto manipolo di cacciatori senza ottenere alcun risultato concreto! D'altra parte non si vede il benché minimo impegno per una vera gestione conservazionistica della nostra fauna. Anzi, laddove le associazioni ambientaliste stanno operando volontariamente con continuità e grandi risultati con proprie risorse (censimenti della avifauna migratoria, monitoraggio della migrazione nuziale dei rospi, interventi a favore dei chirotteri, vigilanza dei siti di riproduzione dei rapaci rari in provincia di Lecco...) si viene piuttosto derisi e ridicolizzati dagli stessi Amministratori. Ci auguriamo che l’Assessore all'Ambiente Dott. Signorelli nonché il Presidente dell'Amministrazione Daniele Nava, cambino decisamente rotta e mentalità, rendendosi conto che questa non è più la strada da percorrere e che i tempi sono cambiati: la nostra fauna ed il nostro territorio hanno bisogno di una tutela più seria e competente, in cui non ci sia più spazio per le vecchie e superate visioni del mondo venatorio. ![]() Le considerazioni comparse in questi giorni sulla stampa locale in merito alla nota vicenda del progetto per un nuovo albergo a Barzio non possono essere ridotte alla sola valutazione dell’inserimento dell’enorme volume nella collina di Coldogna, ma rientrano inevitabilmente in un’analisi più ampia sull’uso del territorio. Vi sono località montane ad alta vocazione turistica che, consapevoli della ricchezza del proprio splendido territorio, lo hanno valorizzato anche (non solo, ovviamente) con un uso razionale del suolo, con un’edificazione rada, di qualità architettonica e con una marcata sostenibilità ambientale. In questi luoghi la presenza degli alberghi è diffusa; si tratta però di strutture di medie dimensioni, anche se dotate dei più moderni comfort, strettamente relazionate con i principali catalizzatori delle masse turistiche (funivie ed impianti di risalita in genere, centri sportivi, società di escursionismo e trekking, ecc.). I benefici di questo tipo di turismo sono distribuiti sull’intera collettività ed il territorio viene salvaguardato e percepito, da tutti coloro che hanno la fortuna di visitarlo, come esempio di bellezza assoluta. In Valsassina si è deciso da anni di percorrere la strada opposta, con una crescita del costruito, e conseguente consumo di territorio, che trova paragone solo risalendo ad epoche in cui la sensibilità ambientale era praticamente inesistente. Chi frequenta per escursionismo le montagne valsassinesi e spazia con lo sguardo sul paesaggio può verificare di persona come l’altopiano si presenti ormai come un edificato continuo in cui i paesi si lambiscono e si innestano l’uno nell’altro, sempre più simile a una Brianza milanese in quota!... ppure l’ambiente naturale della Valsassina è anch’esso splendido, ricco di elementi paesaggistici e naturalistici di pregio, di testimonianze della cultura locale, la cui valorizzazione parrebbe ovvia a chiunque abbia occasione di frequentarlo. Anche il cambiare di colore del prato di una morbida collina posta all’imbocco di Barzio, che segna il susseguirsi delle stagioni, fa parte di quel paesaggio che noi tutti apprezziamo e di cui vorremmo continuare a godere. Dell’ennesimo sfregio all’ambiente, questa volta presentato come necessità di una nuova struttura alberghiera da 25/30.000 metri cubi, crediamo non ci sia proprio bisogno. Siamo rimasti positivamente colpiti dalla posizione assunta dall’Amministrazione comunale di Barzio e dal documento diffuso dal Gruppo Nuova Barzio che invita il Sindaco a perseguire uno sviluppo sostenibile attraverso “la tutela del territorio e dei valori ambientali di Barzio”. Purtroppo però il paventato “spiraglio sul PGT” comparso sui giornali locali ci fa temere che anche questa volta ad avere la peggio possa essere l’ambiente. Il WWF lecchese manterrà alta l’attenzione su questo nuovo ennesimo tentativo di cementificazione del territorio. ![]() E' disponibile e scaricabile dal nostro sito il dossier "Vittime della caccia" relativo alla stagione di caccia appena conclusa. Un quadro impressionante di morti e feriti in nome dello sport e dell'amore per la natura che notoriamente identifica i cacciatori e il mondo venatorio... (nella foto a lato un arma posta sotto sequestro dalle nostre Guardie Venatorie). I dati sono stati pubblicati dall'Associazione Vittime della Caccia (www.vittimedellacaccia.org). in questo specifico documento "DATI Vittime per Armi da caccia (Ambito venatorio ed extravenatorio) stagione 2010-2011" contemplano le sole vittime durante le battute di caccia e le vittime per armi da caccia al di fuori delle battute. Sono esclusi casi di vittime per cause di altra natura (infarti, cadute, ecc). Si tratta di una panoramica parziale sul fenomeno vittime per armi da caccia, in quanto scaturiscono da rassegne stampa intercettate occasionalmente. L'Associazione sottolinea anche quanto sia "altresì doveroso rimarcare che il danno derivante dalle doppiette si conclama anche in altri non meno gravi aspetti: il disturbo della quiete pubblica, l'invasione dei fondi privati da parte di gente armata, il danno al turismo ed alle attività agricole. Non di minore portata sono i tanti casi di soprusi ai danni di chi paradossalmente ha scelto la ''pace'' della campagna ed i troppi animali domestivi barbaramente feriti ed uccisi dai cacciatori". L'intero dossier di 133 pagine in formato .pdf è scaricabile da questo link. La dimensione del file è di poco meno di 3MB: senza ADSL ci vuole un po' di pazienza... ![]() Stiamo preparando le batbox per la prossima primavera! Grazie all'impegno "pratico" del nostro attivista Antonio Rigamonti e al supporto dell'amico Felice Farina, ornitologo, esperto in attività di ricerca e monitoraggio di uccelli e chirotteri, abbiamo cominciato la preparazione delle batbox che proporremo poi nel corso di una serata divulgativa che stiamo organizzando per la prossima primavera. Le batbox, per i pochi che non lo sapessero (...) sono cassette nido un po' particolari, destinate a ospitare i pipistrelli che, a inizio primavera, lasciano i rifugi invernali (grotte, caverne e scantinati) per trovare “casa” vicino a luoghi ricchi d’insetti. Non è facile per loro trovare un posto adatto per riposare di giorno e cacciare di notte. Non ci sono più, o sono davvero poche, le vecchie case dove rifugiarsi... Ecco perchè possono rivelarsi molto utili le batbox, ovvero rifugi artificiali fatti apposta per loro, che potranno essere appese alla parete esterna della casa, meglio se al riparo sotto la grondaia del tetto. Quando tali rifugi saranno colonizzati avremo per alleato un formidabile cacciatore di insetti. Un pipistrello può cibarsi di migliaia di insetti in una sola notte, dunque, altro che piastrine e zampironi! Il pipistrello può quindi essere un regolatore naturale contro l’invadente presenza di moscerini e zanzare, che disturbano le nostre serate primaverili. La preparazione e l'assemblaggio delle nostre cassette è completamente artigianale: gli attivisti hanno preparato e tagliato le assi di legno, assemblandole poi con colla, chiodi e viti, secondo l'esperienza e le indicazioni di un esperto chirotterologo. La cassetta è stata poi trattata con impregnante per assicurarne una maggiore durata, salvo una fascia interna, che è stata scanalata per facilitare l'arrampicata dell'animale all'interno della cassetta. Insieme alla bat box verrà distribuita una nostra breve guida per scoprire tutto o quasi sui pipistrelli, conoscere le loro abitudini e tante curiosità sul loro mondo notturno. Per la batbox è richiesto una donazione di 20,00€. Detratte le spese per i materiali, tutto il ricavato residuo sarà interamente utilizzato per i fini istituzionali e la mission del WWF. Ricordiamo infine che "L’unica strategia per incrementare il numero di pipistrelli è migliorare l’idoneità dell’ambiente nei loro confronti, salvaguardando la vegetazione (boschetti, siepi, alberi tipici della nostra flora e di grossa dimensione, alberi deperienti o morti) e le zone umide naturali, ossia i “substrati” che producono gli insetti che i pipistrelli predano, nonchè proteggere attivamente i rifugi dove gli esemplari si ritirano per riposare di giorno, per riprodursi e per andare in letargo (alberi cavi, grotte, miniere, rifugi all’interno degli edifici). " (cit. Provincia di Torino). ![]()
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