![]() Un'idea regalo per Natale? Adotta una specie! Noi lo abbiamoo fatto. Il WWF Lecco ha deciso di sostenere con una propria donazione l'adozione di quattro lupi, intitolando l'adozione ad altrettante persone che tramite le loro aziende o le loro attività professionali sono state vicine alla nostra Associazione e alle nostre attività in questo 2011. Un modo diverso per fare gli auguri di Buon Natale! Migliaia di specie animali soffrono a causa dell’uomo. Le tigri sono vittime del commercio illegale per la loro pelliccia. I panda non hanno più foreste dove vivere e trovare cibo. I lupi sono vittime del bracconaggio. Anche tu puoi fare qualcosa per fermare tutto questo, se vuoi: partecipa al Progetto Adozioni. Scegli le specie che vuoi adottare: riceverai la scheda dell’animale che avrai scelto di adottare e le informazioni sul progetto. Ci sono diverse tipologie di adozioni: l’adozione semplice, l’adozione con peluche, l’adozione digitale... Tutte le informazioni sono disponibili sul sito del WWF Italia: http://www.wwf.it/adozioni/index.htm. Ci sono tanti animali che hanno ancora bisogno della tua amicizia e contano proprio su di te per sopravvivere. Aiuta il WWF a battere lo spettro dell’estinzione. Teleunica è l'emittente storica delle province di Lecco e Sondrio. Nell'ambito
dei servizi dedicati al volontariato abbiamo partecipato, insieme a Legambiente Lecco, ad una trasmissione televisiva in cui abbiamo avuto modo di presentare alcune delle nostre attività... Link video: Teleunica (link esterno) ![]() Dopo il disastro conseguente ai lavori di escavazione dell'alveo dell'Adda, che avrebbe dovuto dare il via al solito progetto di "valorizzazione turistica" ai danni dell'ambiente, qualcuno sta già pensando di riprovarci con una nuova proposta di navigazione nel cuore di uno dei più importanti siti naturali della nostra provincia. Altri danni in vista?!... Riportiamo integralmente il comunicato stampa emesso dal WWF lecchese, sottoscritto congiuntamente alle Associazioni: Legambiente Lecco, CROS Varenna (Centro Ricerche Ornitologiche Scanagatta), Spinning Club Italia e Nuvolarossa Calolziocorte: "A commento delle risposte del Parco Adda Nord ricevute in data 18 novembre con riferimento alle nostre dettagliate richieste del 25 maggio, le sottoscritte associazioni ambientaliste precisano che le problematiche sollevate a seguito dell’abbassamento repentino del febbraio u.s. del livello del lago di Olginate, a causa di incauta escavazione in alveo per permettere la navigazione, rimangono tuttora insolute. Si evidenzia infatti che:
Di conseguenza riteniamo improponibile entrare ora nel merito di un eventuale progetto di navigazione a breve termine, ma si dovrà attendere almeno l’esito del monitoraggio a scadenza dei tre anni stabiliti. Del resto il parere tecnico della Provincia di Lecco e la documentazione inerente al progetto, prescrivevano monitoraggi ambientali prima e durante i lavori, proprio ad evitare possibili danni all’ecosistema. Attualmente dobbiamo purtroppo rilevare come sia già possibile parlare di danni intervenuti, tanto che la Provincia di Lecco nel mese di giugno ha immesso nel lago di Olginate 3.000 avannotti di lucci per presunta mancata riproduzione nel periodo di scavo, e recentemente ha deciso di vietare il transito dei mezzi pesanti sul ponte automobilistico di Olginate per l'instabilità derivante dall’erosione alla base dei piloni, ad opera della indotta e incontrollata corrente. E per finire gli stormi di anatre e folaghe che abitualmente svernano sul lago, in questa nuova stagione, hanno notevolmente diminuito la loro consistenza." ![]() Grazie a ICAM Cioccolato (http://www.icamcioccolato.it/), l'Associazione WWF Lecco sarà presente quest'anno con i consueti tavoli natalizi di raccolta fondi con una possibilità in più, quella di poter offrire ai lecchesi un assaggio dei prodotti di ICAM, azienda dolciaria lecchese leader internazionale nella produzione di cioccolato. In particolare, grazie alla collaborazione con Chocoutlet, lo spaccio aziendale che offre l'intera selezione dei prodotti ICAM, WWF Lecco proporrà a fronte di un'offerta minima di 5 Euro, una selezione da 6 tavolette di cioccolati BIO "Go*Do":
E' un modo per sostenere le iniziative e le attività del WWF Lecco e un'idea per quache piccolo regalo di Natale. WWF Lecco ringrazia la Direzione e l'Ufficio Marketing di ICAM Cioccolato per la collaborazione all'iniziativa. Potete scoprire l'intera proposta dei prodotti ICAM al Chocoutlet, in via Pescatori 27 a Lecco. Per i vostri regali di Natale, dall'1 al 24 dicembre lo spaccio è aperto tutti i giorni dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 18.30. Naturalmente da oggi e per tutto il 2012 ICAM Cioccolato sarà presente nella pagina che riserviamo agli "amici del WWF Lecco". In una splendida giornata autunnale un gruppo di una ventina tra attivisti, soci
e simpatizzanti ha trascorso una bella giornata nel Parco del Monte Barro. Partenza alle 10.00 dalla Sede WWF di Galbiate in località Camporeso. Dal vecchio nucleo della frazione ci siamo incamminati in direzione delle falesie: un'occhiata allo splendido muro a secco ricostruito due anni fa al termine di un apposito corso teorico/pratico organizzato dal WWF lecchese, poi percorso sotto le falesie con laa presenza di decine di arrampicatori e la risalita con la catena verso il parcheggio in zona cava: non era proprio il tracciato previsto, ma la segnaletica qui lascia un po' a desiderare... Dopo una breve illustrazione delle caratteristiche geologiche dell'area di cava, riprendiamo la salita tra i colori autunnali verso la baita di Vinargino. Una brevissima sosta e ripartenza per lo stagno di Prà Pozzetto, oggetto degli interventi di manutenzione della nostra Associazione, dove Raoul e Anna hanno illustrato le caratteristiche dell'area con alcuni cenni sulla vegetazione e la microfauna che popola lo stagno. Un'occhiata alla piana di Barra e poi salita verso il parcheggio dell'alpino. Solo uno sguardo all'altro muretto a secco restaurato dal WWF lecchese la scorsa primavera nei pressi della Baita degli Alpini. La fame comincia a farsi sentire e l'ultimo tratto di salita è affrontato con passo piuttosto deciso: sosta all'Eremo per il pranzo in compagnia, al termine del quale qualche partecipante, forse un po' "appesantito" dalla polenta e brasato o dalla torta fichi e noci, ha deciso di fare ritorno alla base non prima di aver potuto ammirare glI splendidi faggi che caratterizzano l'area sopra l'Eremo stesso. Una dozzina di irriducibili ha deciso invece di spingersi fino alla vetta del Monte Barro. Per qualcuno non è stato facile, ma ci siamo arrivati tutti, potendo ammirare bellissimi scorci di Brianza, del lago di Lecco e dell'Adda. Classiche foto ricordo e poi ritorno verso l'Eremo. Viste le prime ombre della sera e qualche segno di stanchezza, Adelio, Raoul e Lello si buttano in una discesa a Camporeso per recuperare tre auto con cui risalire incontro al gruppo che si era avviato per la discesa con passo un po' più tranquillo. Rientro a Camporeso intorno alle 18.00, un pò oltre l'orario previsto ma con il ricordo di una bella giornata passata tra amici. ![]() La Società Holcim ha presentato alla Provincia di Lecco la proposta di un nuovo luogo estrattivo, situato sulle pendici del Monte Cornizzolo nel territorio del Comune di Civate. Questo nuovo progetto prevede l’estrazione di 20 milioni di tonnellate di materiale, l’equivalente di 8 milioni di metri cubi per i prossimi 20 anni (richiesta della Holcim). Per contrastare questo ennesimo attacco al territorio un gruppo di cittadini, gli Indignados, con la collaborazione del Circolo Arci Bellavista di Civate, ha dato vita a un Coordinamento dei Gruppi e delle Associazioni che intendono contrastare il devastante progetto di Holcim, anche attraverso la creazione di un sito come spazio nel mondo virtuale (http://www.cornizzolonocava.com/), allo scopo di contribuire a diffondere l'informazione su quello che la Politica, le Istituzioni, la Società Civile e il Cittadino hanno fatto e intendono fare per combattere una ferita mortale ad un territorio che non vuole e non può più dare ma che va valorizzato per le sue bellezze artistiche, ambientali e culturali a tutela della nostra e delle future generazioni. La nosra Associazione è da sempre sensibile e attenta alla tutela del Cornizzolo, motivo per cui in data odierna abbiamo aderito al Coordinamento dei Gruppi a difesa del Cornizzolo. Un primo impegno cui invitiamo soci, attivisti e simpatizzanti è quello di diffondere il volantino allegato alla presente (.pdf 283k), esponendolo nei luoghi di lavoro, nelle biblioteche, nei bar e locali pubblici e in ogni ambitonel quale sia democraticamente possibile diffondere l'informazione! ![]() Infuria la polemica riguardo alla questione relativa alla cosiddetta area Beretta in comune di Rovagnate. Già nel dicembre dello scorso anno si era assistito ad un’offensiva mediatica, durata alcune settimane, contro l’Amministrazione comunale e il Sindaco di Rovagnate, colpevoli di non cogliere l’occasione di un grosso investimento sul territorio, con conseguenti ricadute occupazionali (per altro senza chiare garanzie da parte dell’azienda riguardo a qualità e quantità dei posti di lavoro). Come è noto il progetto è stato bocciato dall’Amministrazione comunale con motivazioni di natura puramente economica. L’aspetto ambientale e paesaggistico è stato solamente sfiorato dalla discussione e considerato come problema marginale. Una dimenticanza? In tempi di crisi non bisogna andare troppo per il sottile? Cosa importa se il PTCP (Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale) prevede nell’area del progettato intervento un corridoio ecologico di connessione tra il Parco del Curone e il Parco del Monte Barro, attraversando il San Genesio? Una variante, una delibera e tutto è sistemato... Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale è “lo strumento con il quale la collettività provinciale si impegna a perseguire lo sviluppo del proprio territorio in forme ambientalmente responsabili e socialmente eque”. Solo belle parole per le brochure in carta patinata dell’Amministrazione Provinciale. Le località Zerbine e Francolino, frazioni del comune di Rovagnate, sono state sede di allevamenti suinicoli per diversi anni, con relativi problemi legati agli scarichi nel torrente Bevera ed emissioni maleodoranti. L’area, attualmente in stato di abbandono, costituisce un raccordo tra un rilievo boscato (su cui corre la SR 342) ed una vasta zona pianeggiante percorsa dal torrente Bevera. L’abbandono, se da una parte ha creato problemi per la degradazione dell’Eternit delle coperture, dall’altro ha dato luogo ad una rinaturalizzazione spontanea del luogo. L’assenza quasi totale di traffico veicolare, di illuminazione artificiale, e in generale di attività antropica ha ffavorito la riconquista da parte di flora e fauna di tutta l’area. Sono presenti diverse tipologie di ambiente naturale, con una biopermeabilità elevata: zone umide e canneti, ambiti boscati di diversa composizione, prati stabili destinati a foraggicoltura. Nelle zone in abbandono sono presenti incolti e coperture arbustive, cespugliose ed arboree, in evoluzione. Oltre ai due rami del torrente Bevera, sono presenti diversi corsi d’acqua secondari, che raccolgono le acque provenienti dalle risorgive del versante collinare in territorio di Perego. Questo polmone verde è ora minacciato da un progetto che prevede, tanto per cominciare, l’adeguamento della strada di accesso al comparto produttivo che attualmente corre lungo un pendio boscato, sviluppandosi per circa 800 metri per 3 metri di larghezza con fondo sterrato; dovrebbe essere dimensionata per permettere il transito contemporaneo dei mezzi pesanti in entrambi i sensi di marcia. Naturalmente l’allargamento della carreggiata su terreno in pendenza comporta il taglio di una notevole superficie boscata, l’escavazione a monte o la creazione di terrapieni a valle. Ulteriori criticità viabilistiche sarebbero introdotte dal collegamento tra la SR 342 e la SP51, che dovrebbe svilupparsi dal comparto produttivo delle Zerbine fino alla zona industriale di Castello Brianza per innestarsi nella SP51 all’altezza di via Valmara, con scavalcamento del torrente Bevera in uno o più punti e attraversamento di zone umide di grande pregio. I volumi di traffico della SR 342, relativi a Rovagnate, sono già oggi tra i più elevati della Brianza Meratese, con 19.500 veicoli al giorno di cui il 20% commerciali (tabella 11 Relazione illustrativa PTCP- dati anno 2000). Il tratto da Bevera a Rovagnate della SR 342 non prensenta alternative di tracciato che evitino il centro abitato. Tramite il collegamento previsto, il traffico relativo alle zone industriali verrebbe incrementato dal traffico della SP51, bypassando l’incrocio di Bevera. Inoltre il traffico veicolare generato dal previsto insediamento di oltre 50 unità abitative in via del Pascolo a Castello Brianza, avrà come sbocco preferenziale il suddetto collegamento. Oltre a tutti questi problemi viabilistici non è chiaro quale dovrebbe essere il tipo di attività produttiva che si dovrebbe insediare e quale il suo impatto ambientale dovuto a rumore, scarichi liquidi ed in atmosfera, inquinamento luminoso e consumi idrici. Il già citato Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale classifica la SR 342 da Bevera a Rovagnate come "tratto in cui gli insediamenti sono in contrasto con gli interessi paesaggistici ed ecologici". Sempre della serie "belle parole"... La stessa classificazione comprende la SP 52 da Castello Brianza a Rovagnate: nonostante il disturbo visivo rappresentato dalla zona industriale di Castello, attualmente quest’area è ancora pregevole dal punto di vista paesaggistico. I vecchi allevamenti suinicoli situati a Zerbine e Francolino, tutto sommato, non arrecano un eccessivo disturbo visivo e si inseriscono discretamente nel paesaggio agricolo. Le porcilaie sono costruzioni basse: gli unici manufatti di una certa altezza sono i silos. Aspettano ancora una soluzione le migliaia di metri quadri di eternit che costituivano le coperture dell’allevamento. Una superficie industriale di 80 mila metri quadri, con annessi parcheggi e strada di accesso, rappresenterebbe un dissennato consumo di suolo, un ennesimo ecomostro sul nostro territorio con prevedibili effetti devastanti sull’ambiente e sul paesaggio. L’attuale crisi economica può rappresentare un alibi per passare sopra a regole e diritti. In nome del lavoro (o più probabilmente del profitto ad ogni costo...) si vorrebbe avere carta bianca e non avere intralci, soprattutto in campo ambientale e paesaggistico. Questo è il metodo che va per la maggiore ed il dibattito di questi mesi rischia di fare scuola e creare un pericoloso precedente.
Iproblemi dell’industria italiana non sono sempre da attribuire alla burocrazia ed alle regole troppo restrittive oppure alla mancanza di infrastrutture ed insediamenti. Fanno pensare alcuni casi che interessano il nostro territorio: Candy, Beton Villa, Perego Strade… I problemi, a volte, sembrerebbero ben altri... A livello politico è vincente la scuola di pensiero per cui l’ambiente è solo un'entità da sfruttare e gli ambientalisti un intralcio al progresso ed alla creazione di posti di lavoro. Ma il tempo è galantuomo ed ha dato ragione a chi da sempre porta avanti certe idee. I recenti risultati dei referendum su acqua e nucleare sono una delle prove del cambio di mentalità e di una nuova sensibilità dell’opinione pubblica. Di questo qualcuno dovrà tenerne conto. ![]() Un comunicato stampa emesso dalla Provincia di lecco ci ricorda, per chi non se ne fosse accorto, che domenica 18 settembre è iniziata ufficialmente la caccia su tutto il territorio provinciale. Nelle scorse settimane è cominciata la strage per caprioli, cervi, cinghiali e camosci. Ora tocca a lepri e tordi, merli e fringuelli. A ottobre sarà la volta di galli forcelli e coturnici, ne sono rimasti pochissimi esemplari in Valsassina ma sempre legalmente sparabili dagli amanti della natura con la doppietta. E poi ci sono le uccisioni illegali di fauna di cui sarebbe vietata la caccia: piccoli migratori e rapaci, è di questa primavera la notizia dell’abbattimento “per sbaglio” di una poiana a Monte Marenzo. Oltre agli "sbagli" c'è poi il triste fenomento del bracconaggio... Naturalmente secondo le associazioni venatorie i bracconieri non sono cacciatori (per carità! orrore, orrore!...). La foto di questo articolo mostra infatti un esemplare di balia nera, un insettivoro migratore di 15 grammi, incluso nella lista delle specie più protette d'Europa e sequestrato domenica scorsa in provincia di Brescia dalle Guardie WWF Lombardia a un cacciatore con regolare licenza di caccia. È solo un esempio: negli ultimi anni le Guardie Venatorie del WWF hanno sequestrato migliaia di capi illegalmente abbattuti e nella stragrande maggioranza dei casi i denunciati sono cacciatori con regolare licenza e regolare iscrizione alle associazione venatorie. Oltre ai danni alla fauna, ci sono naturalmente i rischi per le persone: due anni fa la stagione di caccia nel lecchese iniziò addirittura con un morto in località Neguggio dove un cacciatore ne uccise un altro. Quest’anno l'apertura è stata più tranquilla: a Lierna un capannista di 69 anni ha probabilmente scambiato la figlia per un merlo impallinandola e rendendo necessario l’intervento dell’elisoccorso per trasportare la sfortunata donna all’ospedale Manzoni di Lecco. Niente di grave, per fortuna. A Besana Brianza ad un altro cacciatore cinquantenne, residente a Casatenovo, è andata meno bene: rischia di perdere la vista da un occhio, colpito da un altro cacciatore durante una battuta alla lepre. Tra l'altro il responsabile si sarebbe allontanato minimizzando l'accaduto e non fermandosi a soccorrere il malcapitato. Se volete farvi un’idea più completa deei rischi della caccia e più i generale dei pericoli connessi al possesso di armi “legalmente detenute” da cacciatori date un’occhiata al sito www.vittimedellacaccia.org. La cattiva notizia è che se nel weekend qualcuno pensa di farsi un giretto in campagna oppure nei boschi della Valsassina a cercare i primi colori dell’autunno, rischia parecchio... il nostro consiglio è di girare con abbigliamento dai colori vivaci e magari un bel cartello “non sono un fagiano". La buona notizia è che sul territorio lecchese circoleranno circa 2.800 doppiette, tante, sempre troppe, ma comunque circa 200 in meno dell’anno scorso e con un’età media sempre più alta. È questione di tempo, ma grazie al cielo l’anacronistica barbaria della caccia, sostenuta per gli interessi di uno sparuto numero di persone ai danni dell’intera comunità, è destinata a estinguersi. ![]() E' ufficiale. Ce l’abbiamo fatta! Dopo una serie di incontri, protocolli, telefonate, solleciti, altre telefonate... finalmente siamo iscritti nella sezione provinciale del Registro Regionale del Volontariato (Numero di iscrizione: LC 113, Sezione: B Civile, Numero Provvedimento: 158). Ai sensi dell'articolo 10 comma 8 D.Lgs. n. 460/1997, le Organizzazioni di volontariato iscritte nei registri istituiti dalle regioni sono considerate Onlus di diritto. Questo permette all'Associazione, tra le altre cose:
![]() La Provincia di Lecco prepara un nuovo Piano Faunistico Venatorio, ma a dettarlo sono i cacciatori, scavalcando le competenze degli Uffici e dei Tecnici Faunistici di Villa Locatelli. L'Assessore alla caccia si affianca come "uomo di fiducia" un cacciatore e la Giunta Provinciale basa le proprie scelte su uno studio tecnico commissionato e pagato dal mondo venatorio, per potere aprire la caccia sul valico montano dei Roccoli Lorla. Ci giochiamo un quarto delle aree provinciali protette per mettere a disposizione di ogni singolo cacciatore 37 ettari di territorio per cacciare! Chi tutela i cittadini e l'ambiente? Comunicato stampa congiunto WWF Lecco - Legambiente Lecco - CROS Varenna |