Una giornata “spesa” per la natura quella di domenica 2 novembre per gli attivisti del WWF Lecco, impegnati nell’area protetta del Parco Regionale del Monte Barro con il rilascio di alcuni rapaci (tre sparvieri e un gheppio) e settanta passeriformi: sei cesene, quindici merli, sei tordi sasselli e quarantatre tordi bottacci, che gli attivisti del WWF Lecco hanno restituito alla vita libera. I rapaci sono stati tutti recuperati nelle scorse settimane con ferite da arma da fuoco e curati dai veterinari del CRAS WWF Valpredina per l’estrazione dei pallini di piombo conficcati nello sterno, alcuni con lesioni alle zampe o alle ali. Animali protetti dalla legislazione italiana ed europea ma ugualmente vittime di cacciatori senza scrupoli. Per quanto riguarda invece i passeriformi sono tutti uccelli da richiamo oggetto di sequestro dell’Autorità Giudiziaria perché detenuti illegalmente. La barbara pratica dei richiami vivi sopravvive ormai in poche regioni italiane, tra cui purtroppo la Lombardia. Nelle scorse settimane anche il Veneto ha detto basta, chiudendo tutti i roccoli di cattura e piegandosi finalmente alle norme europee che vietano la cattura degli uccelli con le reti. Ancora più recente, del 30 ottobre scorso, la diffida del Ministro per gli affari regionali alla Regione Emilia Romagna per lo stop agli impianti di cattura entro quindici giorni dall’atto (e quindi entro la metà di novembre). È solo questione di tempo e di maturazione della coscienza civile perché finalmente anche in Lombardia si arrivi alla chiusura e alla definitiva abolizione della caccia con utilizzo di richiami vivi, una delle tante “tradizioni” di violenza indegne di un paese civile. L’evento di liberazione è stato seguito da una piccola folla dove spiccava la presenza di tanti bambini, ammirati dallo sguardo dei rapaci e dal canto dei tordi, e chiusa con la liberazione di un simpatico riccio che si è subito avviato verso il bosco per cercare un riparo dove trascorrere il letargo invernale. Si tratta di azioni, come quella del bracconaggio di specie di uccelli protetti, che ignorano e calpestano le leggi che le comunità nazionali e internazionali si sono date per preservare questo pianeta e la nostra esistenza. Un vero e proprio saccheggio illegale di natura che produce localmente sofferenza, povertà e soprusi e che vale 213 miliardi di dollari all’anno, come denunciato dall’Unep (il Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente) e dall’Interpol. Tra questi, il solo traffico di specie, che fa viaggiare da un continente all’altro avorio, corni di rinoceronte, pelli e legname, alimenta un giro di affari di 23 miliardi di dollari all’anno, ed è il quarto mercato illegale mondiale dopo droga, armi e esseri umani.
I crimini ambientali negano diritti umani, sicurezza, pace e sviluppo: sconfiggerli è la nuova vera sfida per la conservazione di questo pianeta e per il benessere delle generazioni future. Intanto nuove ali solcano i cieli lecchesi, segno concreto dell’impegno del WWF sul territorio.
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Comunicato stampa congiunto WWF - Legambiente - CROS - Amici Monte di Brianza
Si è svolto sabato 27 settembre persso la Riserva Naturale di Valpredina (BG), un incontro formativo sul benessere animale nelle attività di controllo sui richiami vivi, riservato al personale professionale o volontario di vigilanza venatoria e zoofile. Relatori sono stati il dott. Alessandro Bianchi - (Centro di referenza nazionale per il benessere animale (CrenBA) dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia Romagna), Matteo ed Enzo Mauri – (rispettivamente Responsabile C.R.A.S. WWF Valpredina e Direttore Riserva naturale SIC Valpredina – Misma). Il corso, che ha visto anche la partecipazione di tre Guardie venatorie del WWF Lecco, ha previsto una sessione teorica relativa a "Elementi base per la valutazione del benessere animale", "La legislazione in materia di richiami vivi", "Richiami vivi da cattura e da allevamento – le principali patologie legate alla stabulazione in gabbie da richiamo", "Il controllo dei richiami vivi e delle marcature", "Linee guida sulla loro identificazione" , "Tecniche di cattura/manipolazione e la strumentazione indispensabile", a cui ha fatto seguito la sessione pratica con "cattura in gabbia, voliera “corridore” e similari, manipolazione, accertamento delle condizioni, identificazione ed amovibilità delle marcature" durante la quale i partecipanti hanno dimostrato di aver appreso correttamente le tecniche di cattura e manipolazione/controllo dei richiami vivi. Dopo la donazione di 1.000,00Euro per la ricostruzione dell'Oasi WWF di Alviano, l'Associazione decide di destinare altri 200,00Euro per la Vigilanza Venatoria delle Guardie WWF Lombardia. In particolare la donazione va a contribuire ad una raccolta fondi finalizzata ad acquistare un'auto usata (una Panda 4x4) destinata alle Guardie operative nella tristemente nota provincia di Brescia, una delle aree in Italia dove è più diffusa la pratica della caccia e del bracconaggio. Solo nell'ultima stagione venatoria, da settembre 2012 ad ggi, le Guardie WWF in Lombardia hanno svolto 90 giornate di vigilanza con la redazione di circa 100 notizie di reato a carico di cacciatori e bracconieri. Tutti i servizi sono autofinanziati dalle Guardie (benzina, autostrada, altre spese...). Purtroppo l'auto di servizio, una vecchia Panda, ha esalato l'ultimo respiro e per non lasciare "a piedi" la vigilanza si è deciso di procedere con una sottoscrizione per raccogliere la cifra necessaria alla sua sostituzione (2.000,00Euro). Per avere un'idea della realtà venatoria bresciana potete consultare il report "Guardie WWF Brescia - Relazione attività" del 2006. E' un po "datato" ma la situazione purtroppo non è cambiata di molto negli ultimi anni. Per chi volesse dare una mano all'acquisto dell'auto per le Guardie WWF, di seguito gli estremi del conto su cui è possibile fare un bonifico. Anche il più piccolo contributo è naturalmente utilissimo.
Da oltre trent'anni il WWF Italia gestisce undici Centri di Recupero di Animali Selvatici (CRAS): veri e propri Pronto Soccorso che ogni anno accolgono e curano migliaia di animali selvatici feriti o in difficoltà. Il CRAS territorialmente a noi più vicino è quello dell'Oasi WWF di Valpredina, in provincia di Bergamo (http://www.oasivalpredina.it/Home.html), centro dotato di un ambulatorio veterinario, un'area con voliere e stabulari per le diverse specie e un'area faunistica per il recupero degli ungulati. Il WWF Lecco, nei limiti delle proprie possibilità, sostiene l'attività del CRAS Valpredina con interventi specifici e contributi destinati al Centro (http://wwf.lecco.it/3/post/2012/01/wwf-lecco-per-valpredina.html). Nell'ambito di questo rapporto di amicizia e collaborazione, nella giornata di oggi sette rapaci, tutti feriti da cacciatori durante questi primi mesi di apertura della caccia e recuperati grazie al lavoro dei veterinari del CRAS Oasi WWF di Valpredina, sono oggi tornati a volare nei cieli del lecchese. Lello Bonelli e Stefano Riva del WWF Lecco hanno proceduto, alla presenza del Presidente del Parco Monte Barro Federico Bonifacio e del vicepresidente Renato Grillo, alla liberazione di due poiane (Buteo buteo), quattro gheppi (Falco tinnunculus) e uno sparviere (Accipiter nisus). La liberazione è avvenuta all'interno dell'area protetta del Parco Monte Barro. Dal 15.09 al 07.10 i volontari del CABS sono a Malta per il campo antibracconaggio autunnale. "Per la seconda volta nella storia dell'associazione siamo sull'isola per tre settimane consecutive, oltre a coprire la migrazione dei rapaci anche sull'isola gemella di Gozo." I teams monitorano i dormitori e i punti di passaggio più pericolosi per i rapaci sulle due isole, assistendo la polizia maltese nella ricerca e identificazione dei bracconieri. A partecipare sono quest'anno 32 volontari. Nella prima settimana di campo, il bracconaggio già imperversa. Leggete in questa pagina il resoconto della prima settimana! In Lombardia sta per partire l'ennesima strage di piccoli uccelli protetti, nonostante l'avvertimento della Commissione Europea, che a maggio di quest'anno ha avvertito l'Italia e le Regioni che l'Unione Europea non avrebbe tollerato altre violazioni delle normative comunitarie e internazionali a tutela dell'avifauna selvatica, denunciano Lega Anti Vivisezione, Lega Italiana Protezione Uccelli, Amici della Terra, Lega per l’abolizione della caccia, GAIA, Legambiente Lombardia, Verdi Ambiente e Società, Gruppo Ornitologico Lombardo e WWF Lombardia. Un progetto di legge (181/12), di prossimo esame da parte del Consiglio Regionale lombardo, prevede infatti l'uccisione di 300.000 fringuelli ed altre centinaia di migliaia di piccoli uccelli (37.000 peppole, 20.000 pispole, 12.500 frosoni, oltre 150.000 storni) senza il minimo rispetto delle numerose sentenze della Corte Costituzionale e della Corte di Giustizia che hanno condannato l'Italia e la Lombardia per questa prassi illegittima, che ciò nonostante si ripete ogni anno. La procedura di infrazione comunitaria avviata dal 2006 nei confronti dell'Italia per queste violazioni prevede, quale ultimo e ormai imminente passo, sanzioni allo Stato che possono giungere sino a 300.000 euro al giorno. In un momento di crisi economica, oltre che ecologica, le associazioni denunciano il progetto di legge come ulteriore atto vergognoso e irresponsabile. Lega Anti Vivisezione, Lega Italiana Protezione Uccelli, Amici della Terra, Lega per l’abolizione della caccia, GAIA, Legambiente, Verdi Ambiente e Società, Gruppo Ornitologico Lombardo e WWF Lombardia hanno così denunciato oggi alla Commissione UE, alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, alla magistratura penale e alla Corte dei Conti questo gravissimo attentato all'ecosistema e alle tasche di tutti i cittadini lombardi, a vantaggio di pochi estremisti venatori. Le risposte delle istituzioni non dovrebbero tardare. Il CRAS - Centro Recupero Animali Selvatici di Valpredina (Bergamo) è una struttura realizzata dal WWF Italia che ha lo scopo di recuperare animali selvatici feriti o in difficoltà per curarli e rimetterli in libertà. Ogni giorno vengono curati nei CRAS WWF, presenti in tutta Italia, aironi, cicogne, gru, ricci, ghiandaie, caprioli, tassi, poiane, civette, lupi, aquile... Sono feriti da fucili da caccia, dai bocconi avvelenati, dall'impatto con automobili o con i fili dell'alta tensione. Spesso sono vittima delle trappole dei bracconieri o degli spari dei cacciatori: la foto a corredo di questo articolo mostra la radiografia, in cui sono ben visibili i pallini da caccia, della poiana abbattuta la scorsa primavera a Monte Marenzo (LC) da cacciatori autorizzati dall'Amministrazione Provinciale di Lecco (vedi la nostra News Poiana abbattuta "per sbaglio" dello scorso marzo 2011) e ricoverata proprio nel CRAS dell’Oasi WWF di Valpredina. Come WWF Lecco abbiamo acquistato oltre 500Euro di materiale sanitario, destinato alle attività del CRAS di Valpredina. Si tratta di cannule, bende, siringhe, guanti, cerotti... e di un aspiratore chirurgico. Tutto materiale destinato alla cura degli animali ricoverati. È un piccolo contributo, ma importante perchè i fondi stanziati sono quelli raccolti grazie all’impegno dell’Associazione WWF Lecco e quindi di tutti gli attivisti. "Cari tutti, Vi informo che oggi alle ore 13,00 è arrivato ... il corriere che ha consegnato il materiale ordinato. Tutto Ok. Rinnoviamo a tutti Voi i nostri ringraziamenti, per ora solo via mail, in attesa di sentirci al più presto." Sono le parole con cui Matteo Mauri, responsabile del CRAS di Valpredina, ringrazia il WWF Lecco. Anche nel bilancio preventivo 2012 del WWF Lecco abbiamo ipotizzato di destinare una parte dei fondi raccolti con le varie attività a progetti specifici e concreti per la tutela e la protezione dell’ambiente. Un comunicato stampa emesso dalla Provincia di lecco ci ricorda, per chi non se ne fosse accorto, che domenica 18 settembre è iniziata ufficialmente la caccia su tutto il territorio provinciale. Nelle scorse settimane è cominciata la strage per caprioli, cervi, cinghiali e camosci. Ora tocca a lepri e tordi, merli e fringuelli. A ottobre sarà la volta di galli forcelli e coturnici, ne sono rimasti pochissimi esemplari in Valsassina ma sempre legalmente sparabili dagli amanti della natura con la doppietta. E poi ci sono le uccisioni illegali di fauna di cui sarebbe vietata la caccia: piccoli migratori e rapaci, è di questa primavera la notizia dell’abbattimento “per sbaglio” di una poiana a Monte Marenzo. Oltre agli "sbagli" c'è poi il triste fenomento del bracconaggio... Naturalmente secondo le associazioni venatorie i bracconieri non sono cacciatori (per carità! orrore, orrore!...). La foto di questo articolo mostra infatti un esemplare di balia nera, un insettivoro migratore di 15 grammi, incluso nella lista delle specie più protette d'Europa e sequestrato domenica scorsa in provincia di Brescia dalle Guardie WWF Lombardia a un cacciatore con regolare licenza di caccia. È solo un esempio: negli ultimi anni le Guardie Venatorie del WWF hanno sequestrato migliaia di capi illegalmente abbattuti e nella stragrande maggioranza dei casi i denunciati sono cacciatori con regolare licenza e regolare iscrizione alle associazione venatorie. Oltre ai danni alla fauna, ci sono naturalmente i rischi per le persone: due anni fa la stagione di caccia nel lecchese iniziò addirittura con un morto in località Neguggio dove un cacciatore ne uccise un altro. Quest’anno l'apertura è stata più tranquilla: a Lierna un capannista di 69 anni ha probabilmente scambiato la figlia per un merlo impallinandola e rendendo necessario l’intervento dell’elisoccorso per trasportare la sfortunata donna all’ospedale Manzoni di Lecco. Niente di grave, per fortuna. A Besana Brianza ad un altro cacciatore cinquantenne, residente a Casatenovo, è andata meno bene: rischia di perdere la vista da un occhio, colpito da un altro cacciatore durante una battuta alla lepre. Tra l'altro il responsabile si sarebbe allontanato minimizzando l'accaduto e non fermandosi a soccorrere il malcapitato. Se volete farvi un’idea più completa deei rischi della caccia e più i generale dei pericoli connessi al possesso di armi “legalmente detenute” da cacciatori date un’occhiata al sito www.vittimedellacaccia.org. La cattiva notizia è che se nel weekend qualcuno pensa di farsi un giretto in campagna oppure nei boschi della Valsassina a cercare i primi colori dell’autunno, rischia parecchio... il nostro consiglio è di girare con abbigliamento dai colori vivaci e magari un bel cartello “non sono un fagiano". La buona notizia è che sul territorio lecchese circoleranno circa 2.800 doppiette, tante, sempre troppe, ma comunque circa 200 in meno dell’anno scorso e con un’età media sempre più alta. È questione di tempo, ma grazie al cielo l’anacronistica barbaria della caccia, sostenuta per gli interessi di uno sparuto numero di persone ai danni dell’intera comunità, è destinata a estinguersi. E' notizia di giovedì 9 marzo l'abbattimento di una poiana a fucilate ad opera di cacciatori autorizzati dall’Amministrazione Provinciale di Lecco nel comune di Monte Marenzo, durante la campagna di "contenimento numerico" della cornacchia grigia, ritenuta, nel retaggio mentale dei cacciatori e oggi anche degli amministratori di Villa Locatelli, specie "nociva". Questo significa cacciatori a scorazzare armati nelle nostre campagne anche in queste prime giornate primaverili in cui molte famiglie vorrebbero poter passeggiare in un bosco o nei prati e godere delle bellezze del nostro territorio senza rischiare di essere scambiati per una specie “nociva”, come è successo alla poiana abbattuta scambiata per una cornacchia (!...). L'episodio, estremamente grave, è la diretta conseguenza dell’assoluta superficialità con cui l'Amministrazione Provinciale di Lecco sta gestendo la nostra fauna, in un atteggiamento che vuole solo accomodare le richieste del mondo venatorio, ed in mancanza di informazioni scientificamente supportate sullo stato di conservazione della stessa. Dopo che la Provincia di Lecco ha autorizzato, su dettagliata ed esplicita richiesta dell'Ambito di Caccia Meratese guidato dal Presidente di Federcaccia Lecco, Giuseppe Aldeghi, la campagna di abbattimento della cornacchia grigia, assistiamo durante l’operazione di “contenimento” all'abbattimento “per sbaglio” di una rara Poiana (Buteo buteo), uno splendido rapace con una apertura alare dai 110 ai 130 cm, specie particolarmente protetta dalla legislazione italiana. Pressapochismo e leggerezza nella gestione dei problemi di conservazione della fauna, delega al mondo venatorio delle operazioni che sarebbero di competenza delle Guardie Venatorie provinciali, ingiustificata psicologica dipendenza degli amministratori locali alle istanze dei cacciatori, costante riduzione del personale dedicato alla vigilanza venatoria... tutti fattori che mettono la nostra provincia nelle condizioni peggiori per poter almeno sperare in una seria tutela del nostro patrimonio faunistico. Dopo aver autorizzato l'abbattimento di svassi e cormorani, dopo il “contenimento” della cornacchia grigia a suon di fucilate, dopo le volpi e le nutrie, l’Amministrazione provinciale lecchese investe tempo e risorse economiche per accontentare uno sparuto manipolo di cacciatori senza ottenere alcun risultato concreto! D'altra parte non si vede il benché minimo impegno per una vera gestione conservazionistica della nostra fauna. Anzi, laddove le associazioni ambientaliste stanno operando volontariamente con continuità e grandi risultati con proprie risorse (censimenti della avifauna migratoria, monitoraggio della migrazione nuziale dei rospi, interventi a favore dei chirotteri, vigilanza dei siti di riproduzione dei rapaci rari in provincia di Lecco...) si viene piuttosto derisi e ridicolizzati dagli stessi Amministratori. Ci auguriamo che l’Assessore all'Ambiente Dott. Signorelli nonché il Presidente dell'Amministrazione Daniele Nava, cambino decisamente rotta e mentalità, rendendosi conto che questa non è più la strada da percorrere e che i tempi sono cambiati: la nostra fauna ed il nostro territorio hanno bisogno di una tutela più seria e competente, in cui non ci sia più spazio per le vecchie e superate visioni del mondo venatorio. |