WWF Lecco e Biblioteca "Alda Merini" di Pescate, propongono una serata divulgativa alla scoperta dei pipistrelli! I bambini (a partire dai 7 anni) possono partecipare SOLO accompagnati da un adulto.
Le iscrizioni si chiudono al raggiungimento del numero massimo di 30 partecipanti. Sabato 1 e domenica 2 giugno, presso l'Eremo di Monte Barro, WWF Lecco e Parco Regionale del Monte Barro, propongono una due giorni sul tema del ritorno dei lupi sulle nostre Alpi.
Mostra itinerante "il lupo... la storia di un riorno", mostra fotografica e laboratorio di disegno per bambini.... WWF Lecco, in collaborazione con il Parco Regionale del Monte Barro e il Centro Flora Autoctona, è lieto di invitare il pubblico a una serata divulgativa dedicata alla scoperta delle orchidee. L'evento, intitolato "PASSIONE ORCHIDEE - Cosa le rende così speciali?", si terrà:venerdì 31 maggio, in Villa Bertarelli a Galbiate.
Durante la serata, il personale del CFA presenterà brevemente i risultati ottenuti nella propagazione ex situ di Liparis loeselii nell'ambito del progetto LIFE SEEDFORCE. I partecipanti avranno l'opportunità di osservare dal vivo le giovani piante attualmente in coltivazione. Il Professor Simon Pierce, del Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali dell'Università degli Studi di Milano, accompagnerà il pubblico in un affascinante viaggio alla scoperta delle orchidee autoctone. Il Professor Pierce ha dedicato molti anni allo studio della riproduzione di queste piante in collaborazione con il Centro Flora Autoctona. Un'occasione unica per approfondire la conoscenza di queste straordinarie piante e per scoprire le ultime novità in materia di conservazione e riproduzione delle orchidee. Comunicato stampa congiunto delle associazioni ambientaliste Associazione Monte di Brianza, CAI Calco, Circolo Ambiente “Ilaria Alpi”, CROS Varenna, Legambiente Lecco, WWF Lecco. Con riferimento ai lavori che si stanno svolgendo lungo il torrente Gandaloglio - nel territorio compreso tra i Comuni di Dolzago, Ello e Colle Brianza - e in attesa che la Comunità Montana Lario Orientale valle San Martino fornisca la documentazione richiesta tramite un accesso agli atti che abbiamo già inviato, qualche considerazione possiamo già farla. Chi conosce quei luoghi sa che, da decenni, il versante sotto cascina Panizzera è interessato da una grave minaccia di dissesto idrogeologico con un movimento franoso che ciclicamente fa impensierire soprattutto gli abitanti di Dolzago che ci vivono proprio sotto. Dunque intervenire per garantire la sicurezza era ed è doveroso. Quello che si fatica a capire e a coglierne il senso sono tutti quegli interventi a supporto – eseguiti nelle scorse settimane -, ad iniziare dal taglio boschivo che è in corso già a monte del ponte della Bosina, e in corrispondenza del Ponte dell’Oglio fino a Dolzago. Intanto l’autorizzazione reca espressamente “taglio di manutenzione prossimità strade, canali e ferrovie”. E qui nasce la prima considerazione: se fossimo in presenza di una delle tre circostanze appena citate non avremmo avuto nulla da dire trattandosi infatti di situazioni artificiali e dove un taglio di alberi anche pesante risulterebbe a beneficio della sicurezza del transito di mezzi o convogli. Nel caso in cui qualcuno non se ne fosse accorto, nel vallone non passa una strada, una ferrovia o un canale artificiale, ma un torrente che scorre liberamente lungo un profondo vallone, generando un ecosistema di grande pregio naturalistico e paesaggistico. Dunque siamo in presenza di un ambiente naturale e, come tale sarebbe stato necessario avere un approccio profondamente diverso rispetto, appunto, ad una strada, una ferrovia o un canale. Invece stiamo assistendo ad un taglio a raso in ambito di greto, alveo, sponda, fino su ai versanti lungo tutto il vallone. Un sopralluogo nei dintorni avrebbe prontamente fatto capire come, in presenza di una qualità forestale decisamente banalizzata ed impoverita da tagli fatti in passato, sarebbe stato necessario un intervento dettato da maggior prudenza nella salvaguardia della porzione forestale, presente lungo il torrente, ancora di buon pregio. La sparizione della copertura forestale del torrente influirà negativamente sull’ecosistema che lo esporrà ai raggi solari in stagioni sempre più siccitose con scarse precipitazioni e alte temperature e la pioggia di questo periodo non deve ingannare. Se il problema è il dissesto idrogeologico, nel primo tratto dal Ponte dell’Oglio fino alla filanda della Bosina e in altri tratti, un taglio a raso risulta inutile quanto addirittura dannoso, controproducente e in contrasto con i principi di prevenzione dei fenomeni di dissesto idrogeologico. Infatti sarebbe stato più importante ed efficace preservare alcune piante lungo i versanti proprio per la loro riconosciuta capacità di trattenere i pendii. Vogliamo ora sapere se questi lavori di taglio alberi siano propedeutici alla realizzazione di eventuali lavori di sistemazione delle sponde del torrente Gandaloglio. Lavori su cui possiamo esprimere fin da ora le nostre perplessità, poiché le sponde dei torrenti vanno mantenute il più possibile naturali, senza interventi di artificializzazione, inclusi quelli realizzati con tecniche di ingegneria naturalistica. Questo sia per scongiurare la perdita di naturalità delle rive del torrente, sia per evitare la velocizzazione delle acque a valle in caso di piena, cosa che avrebbe ricadute più pericolose per gli abitati sottostanti. Chiediamo pertanto agli Enti coinvolti (Comunità Montana, Regione e Comuni) di rendere pubblica da subito la consistenza del progetto complessivo, ovvero il tipo di lavori che si andranno a implementare. Lavori su cui, come associazioni, monitoreremo l'andamento, per evitare ulteriori scempi ambientali, oltre a quello già perpetrato col taglio alberi. Perché dunque si è autorizzato un taglio così indiscriminato e per tutto quello sviluppo? Il cartello in loco reca l’autorizzazione generica della Comunità Montana Lario Orientale-valle san Martino. Quale ufficio competente nello specifico ha dato questa autorizzazione? I lavori di esbosco eseguiti sono fedeli alle autorizzazioni rilasciate? E se sì, allora dobbiamo guardare con sospetto un Ente che nel proprio Statuto reca principi quali: “tutela il paesaggio…….salvaguardando gli equilibri naturali e della biodiversità; tutela il patrimonio naturalistico; promuove la formazione della coscienza ambientale quale condizione indispensabile per l’armonica convivenza tra Uomo e Natura”. Restiamo quindi in attesa di pronte risposte da parte degli Enti competenti. foto di Roberto Fumagalli
Con la nostra Jessica Bellingardi, andiamo alla scoperta delle piante carnivore!
Serata a partecipazione libera con prenotazione consigliata via WhatsApp Come da verbale del Consiglio Direttivo, riunito in data 14/3/2024, e come previsto dall’articolo 8 dello Statuto Associativo, è convocata l’Assemblea dei Soci dell'Associazione WWF Lecco per il giorno 5/4/2024 alle ore 00.00, in prima convocazione, e per il giorno sabato 6/4/2024 alle ore 14.30 in seconda convocazione presso la sede sociale di Camporeso - Galbiate Verrà discusso il seguente ordine del giorno:
A seguito della scoperta di una moria di gambero autoctono (Austropotamobius pallipes) in comune di Colle Brianza, lungo la Bevera di Brianza in località Val Chignolo e Valle della Taiada, gli accertamenti condotti dall’Istituto Zooprofilattico delle Venezie hanno evidenziato la presenza della peste del gambero, patologia dovuta all’oomicete Aphanomyces astaci che è in grado di estinguere in pochi giorni intere popolazioni. La popolazione di gambero di fiume autoctono della Bevera è una delle ultime abbondanti e ben strutturate dell’intera provincia di Lecco. L’attuale moria rischia di cancellare un patrimonio ecologico e genetico determinante per la sopravvivenza della specie a livello provinciale e anche regionale. La perdita poi di una così elevata biomassa di organismi che, come i gamberi di fiume, svolgono un fondamentale ruolo di ricircolo dei nutrienti all’interno del corso d’acqua determinerà uno stravolgimento dell’intera funzionalità ecologica del torrente stesso. Dalla scoperta della moria avvenuta l’11 ottobre 2023, i diversi sopralluoghi notturni effettuati hanno mostrato come in alcune aree non vi siano più gamberi vivi, ma solo pochi resti decomposti di quella che era appunto una popolazione abbondantissima, ma in alcune aree più a monte è ben riconoscibile il fronte di diffusione dell’epidemia. Tale fronte è caratterizzato da gamberi morti di recente, altri moribondi e altri ancora sani, ma sicuramente ormai condannati ad essere infettati. Ancora più a monte sussistono però abbondanti gamberi con popolazione ben strutturata di maschi, femmine giovani e adulti. Data tale situazione, WWF Lecco vuole intervenire con un’azione di emergenza, volta ad isolare i gamberi del tratto più a monte ed evitare che la peste li raggiunga. Si tratta di un intervento da attuare con la massima urgenza in quanto ogni giorno che passa il fronte di contagio si sposta più a monte. L’azione che si intende fare è quella di costruire una piccola barriera in legno temporanea che, senza ostruire il fluire dell’acqua crei delle superficie verticali e orizzontali lisce non percorribili dai gamberi di fiume autoctoni infetti presenti a valle. La barriera sarà costruita su un modello già soerimentato per un intervento simile effettuato nel Cantone di Berna dall’FHNW University of Applied Sciences and Arts Northwestern Switzerland. In questo modo a valle il contagio continuerà fino alla totale estinzione dei gamberi a valle della barriera, ma la popolazione presente a monte sarà salva. L’anno prossimo, quando sarà passato sufficiente tempo, le spore dell’oomicete non saranno vitali e i monitoraggi che condurremo (saranno prelevati campioni di acqua e sedimento per analisi del DNA ambientale volto a capire se la peste del gambero è ancora presente) avranno evidenziato la sicurezza del tratto a valle si potrà procedere alla rimozione della barriera. L'intervento sarà coordinato dal Dott. Roul Manenti, ricercatore presso l'Università degli Studi di Milano e Consigliere dell'Associazione WWF Lecco. "La situazione è davvero molto grave" -dichiara Giovanna Corti, Presidente WWF Lecco- "Abbiamo allertato il Comune di Colle Brianza lunedì con una PEC, in cui spiegavamo dettagliatamente sia il problema sia la possibile soluzione, ma senza finora ricevere l’autorizzazione a procedere. Si tratta di un intervento semplice e poco impattante dal punto di vista ambientale, che consentirebbe però il salvataggio di centinaia di esemplari di gamberi. Come Associazione, ci siamo offerti di sostenere i costi dell’intervento, nonché di provvedere al montaggio delle barriere e al conseguente smontaggio, quando l’emergenza sarà passata. Il silenzio da parte delle Autorità continua però ad essere assordante e il ritardo dovuto alla burocrazia sta costando la vita a centinaia di gamberi, quando un intervento tempestivo avrebbe consentito – e consentirebbe ancora – di evitare questo disastro." Anche ARPA Lombardia ha ribadito "l’urgenza nel porre in atto tutte le misure necessarie per contrastare la diffusione del fungo patogeno Aphanomyces astaci tra i popolamenti di gamberi rimasti nei tratti di monte dei corpi idrici indicati nonché la diffusione in altri corpi idrici.". "Restiamo dunque in attesa delle autorizzazioni da parte del Comune di Colle Brianza; autorizzazioni che ci auguriamo arrivino nel più breve tempo possibile, onde evitare che l’ecosistema venga irrimediabilmente compromesso" ha concluso la Presidente Corti. Ambientalisti e cittadini, ma soprattutto i gamberi superstiti, attendono risposte. Aggiornamento 27 ottobreNel silenzio delle Autorità preposte sulla questione, WWF Lecco, nella serata del 27 ottobre 2023, ha preso una posizione forte inviando una diffida a provvedere al Comune di Colle Brianza, nel tentativo di accelerare la risposta dello stesso. L’intervento a tutela dell’ambiente non è soltanto una scelta auspicabile, del resto, ma è un preciso dovere sancito dalla Costituzione: la protezione della fauna, infatti, è stata recentemente riconosciuta dalla riforma costituzionale all’interno dell’art. 9 tra i compiti dello Stato, ad ogni suo livello amministrativo. Il Codice dell’Ambiente (D.Lgs. n. 152/06), poi, aggiunge che "anche l’attività della Pubblica Amministrazione deve essere finalizzata a consentire la migliore attuazione possibile del principio dello sviluppo sostenibile, per cui nell’ambito della scelta comparativa di interessi pubblici e privati connotata da discrezionalità gli interessi alla tutela dell’ambiente e del patrimonio culturale devono essere oggetto di prioritaria considerazione". Aggiornamento 7 novembreAggiornamento 9 novembreella mattinata del 7 novembre, il Sindaco di Colle Brianza Tiziana Galbusera ha finalmente autorizzato con apposita ordinanza gli interventi di contenimento della diffusione della peste del gambero (causata dal patogeno Aphanomyces astaci) nel torrente Bevera di Brianza. WWF Lecco è entrato immediatamente in azione per il salvataggio dei gamberi di fiume sopravvissuti nel tratto a monte del corso d’acqua, fornendo il materiale necessario a procedere all’installazione delle barriere. In questo modo, già nella notte del 7 novembre stesso, il personale specializzato e autorizzato dal Dipartimento di Scienze e Politiche Ambientali e dal Comune di Colle Brianza – con il coordinamento del referente designato per il progetto, PhD Raoul Manenti, ricercatore presso l'Università degli Studi di Milano e Consigliere dell'associazione WWF Lecco – ha potuto procedere ad effettuare una prima installazione. La speciale barriera è stata posta a valle di un tratto di torrente, situato in una zona piuttosto impervia della Valle della Tajada, che ospita gamberi apparentemente ancora sani. Si tratta di una modesta barriera, addossata a un salto naturale formato da massi che circondano una piccola pozza già esistente. Realizzata in legno, la struttura è composta da una parte verticale (che abbraccia l’intero alveo di morbida), sulla quale poggia una parte orizzontale sporgente (su cui l’acqua lamina al livello naturale del salto esistente). La combinazione della parete verticale, della sporgenza orizzontale e della corrente presente dovrebbe impedire ai gamberi a valle, potenzialmente infetti, di risalire e diffondere a monte il patogeno. La “barriera” è oggetto di costante monitoraggio; i primi esiti dei rilevamenti, che probabilmente comprenderanno anche la marcatura (in modo non invasivo) dei gamberi a valle dell’installazione, saranno tempestivamente trasmessi al Comune di Colle Brianza. L’integrale progetto prevede l’installazione di due coppie di barriere, tutte realizzate sfruttando salti naturali già esistenti: la prima coppia nella zona della Valle della Tajada, la seconda coppia nella zona della Val Chignolo. Nei prossimi giorni, pertanto, verrà completata l’installazione nella Valle della Tajada con l’aggiunta della seconda barriera e, successivamente, verrà realizzata la seconda coppia in Val Chignolo. Sarà inoltre testata l’efficacia di materiale atossico liscio ed ecocompatibile fornito volontariamente da una ditta di Olginate per implementare la funzionalità di barriera dei salti su cui posano (o poseranno) le installazioni. I costi delle operazioni sono sostenuti integralmente da WWF Lecco, grazie ad una campagna di crowfunding che ha raccolto finora 935,00 €, donati sia da privati cittadini sia da associazioni del territorio, tra cui il Comitato per la difesa delle Bevere e del fiume Lambro, WWF Insubria e l’associazione Monte di Brianza. "Teniamo particolarmente a ringraziare tutti i donatori" -ha dichiarato la Presidente di WWF Lecco, Giovanna Corti- "è grazie a loro che abbiamo potuto fornire i materiali per la realizzazione delle barriere. La risposta della cittadinanza, così rapida e generosa, ci spinge a fare sempre di più per tutelare flora e fauna del nostro territorio. A tal proposito, abbiamo organizzato, in collaborazione con Parco Monte Barro, Comitato Bevere e Associazione Monte di Brianza, una serata divulgativa sul gambero di fiume per il prossimo 16 novembre, alle ore 21 presso Villa Bertarelli a Galbiate. Sarà un’ottima occasione per conoscere i primi risultati dell’azione svolta e instaurare un confronto su come migliorare l’efficacia delle risposte in situazioni di emergenza a livello faunistico". Gli interventi proposti, svolti di concerto con enti locali e regionali, associazioni ambientaliste ed enti scientifici, se da un lato hanno carattere sperimentale, dall’altro rappresentano un passo fondamentale per la realizzazione di un protocollo d’azione in caso di emergenze legate alla diffusione della peste del gambero. L’esperienza locale, se avrà risultati positivi, potrebbe costituire un prezioso precedente per casi analoghi in tutto il territorio nazionale, al fine di velocizzare la capacità di intervento in favore di una specie così a rischio come il gambero di fiume italiano. La prima barriera realizzata Aggiornamento 16 novembreGrande interesse di pubblico, giovedì 16 novembre a Villa Bertarelli, per la serata divulgativa organizzata da WWF Lecco in collaborazione con: Parco Monte Barro, Comitato per la difesa delle Bevere e del fiume Lambro e Associazione Monte di Brianza; la serata aveva come tema l’emergenza riguardante la drammatica situazione dei gamberi di fiume autoctoni presenti nella nostra provincia. Presenti anche il Presidente del Parco Regionale del Monte Barro e il Presidente del Parco Regionale Valle del Lambro, mentre non si è palesata la presenza di rappresentati dell’amministrazione comunale di Colle Brianza il cui contributo avrebbe potuto fornire un importante apporto alla serata. A parziale compensazione di tale mancanza è stato importante il contributo di ERSAF Lombardia che ha fornito una sintetica presentazione, ampiamente discussa nel corso della serata, sulle diverse iniziative regionali svolte a tutela dei gamberi. Qui l'articolo di approfondimento sulla serata, realizzato dalla testata CasateOnLine. Aggiornamento 18 luglio 2024Nei mesi di aprile e luglio, i volontari del WWF Lecco, coordinati dal Dott. Raoul Manenti, Consigliere dell'Associazione, insieme ai biologi Beatrice Caimi e Matteo Galbiati, nonché al personale del Dipartimento di Scienze e Politiche Ambientali dell’Università degli Studi di Milano, hanno provveduto ad effettuare alcuni sopralluoghi nel tratto del Torrente Bevera interessato nello scorso autunno dalla moria di gamberi autoctoni. Finalità del sopralluogo era quella di verificare l’attuale situazione della popolazione di gamberi, nonché il funzionamento delle barriere posizionate nel novembre 2023 sul torrente. Ebbene, l’esito è stato sicuramente positivo. Nel corso delle osservazioni effettuate sia in aprile sia in luglio, infatti, sono stati rilevati i seguenti dati: a valle della prima barriera, assenza di gamberi di fiume (non erano presenti né esemplari vivi, né esemplari morti); a monte già della prima delle due barriere, è stato invece possibile osservare diversi individui vivi e attivi fin dal mese di aprile. Nell’ultimo sopralluogo di luglio, nel tratto a monte sia della prima che della seconda barriera è stata osservata in media una densità di 0,75 gamberi/m2, peraltro considerando solo i gamberi più lunghi di 4 cm. A breve si provvederà pertanto a rimuovere la seconda barriera; la prima sarà invece mantenuta in sito almeno sino ai mesi autunnali. Tra ottobre e novembre sono poi previsti intensi monitoraggi, volti a valutare lo status della popolazione di gamberi. Sicuramente una bella notizia, resa ancora migliore dalla consapevolezza che questo risultato sia stato possibile grazie alla collaborazione di WWF Lecco con il Comune di Colle Brianza e l’ERSAF, nonché grazie all’indispensabile supporto delle associazioni del territorio (Associazione Amici del Monte di Brianza, Comitato per la difesa delle Bevere e del Lambro, WWF Insubria) e al generoso contributo economico della campagna di crowfunding. L’attenzione non deve però attenuarsi: il tratto attualmente interessato dalla presenza dei gamberi è solo una piccola porzione di quello inizialmente occupato; inoltre, presenta caratteristiche non così ottimali come i tratti a valle in cui è avvenuta la moria. La sfida potrà dirsi davvero vinta solo se nei prossimi anni la popolazione di gamberi di fiume riprenderà la propria originaria estensione (sia numerica, sia in termini di diffusione geografica) e se, ovviamente, simili eventi di moria non si ripeteranno. Urban Nature, che giunge nel 2023 alla sua VII edizione, è un’iniziativa promossa dal WWF per rendere evidente a chi vive nelle città italiane il valore della natura e la necessità di innovare il modo di pensare e pianificare gli spazi urbani, riconoscendo la centralità degli ecosistemi e delle reti ecologiche e l’importanza di promuovere azioni virtuose da parte di amministrazioni, cittadini, imprese, università e scuole per proteggere e incrementare la biodiversità nei sistemi urbani, anche a beneficio della salute e sicurezza delle comunità. Altri elementi caratterizzanti sono la componente fortemente aggregativa e l’attenzione al mondo della scuola con tre filoni di attività:
Il contest delle scuole, gli eventi locali e le iniziative di raccolta fondi organizzati in tutta Italia hanno scopo di sensibilizzare le amministrazioni locali, i cittadini, gli studenti e le aziende sul valore della natura nelle nostre città per la nostra salute e raccogliere fondi per il progetto Oasi in Ospedale. Come WWF Lecco saremo presenti sabato 7 e domenica 8 ottobre in piazza XX settembre, con una Caccia al tesoro e con la proposta delle felci WWF!
Una ricerca scientifica condotta nel Parco Monte Barro, risultato di una collaborazione tra Dipartimento di Biomedicina comparata e Alimentazione (BCA) dell’Università di Padova, Associazione WWF Lecco ed Ente Parco Monte Barro, è stata di recente pubblicata sulla rivista internazionale diversity, con il titolo “Human Dimensions and Visitors’ Perspective in Freshwater Crayfish Conservation: The Case of a Protected Area in Italy”. I volontari WWF Lecco hanno proposto ai visitatori del Parco questionari appositamente realizzati da un team di ricercatori, intervistando un totale di 290 persone, la maggioranza delle quali (54%) residenti in provincia. Lo studio aveva lo scopo di indagare come i visitatori del Parco Monte Barro percepissero la conservazione del gambero di fiume europeo, specie un tempo abbondante in provincia di Lecco, ma attualmente minacciata ed estinta in diversi corsi d’acqua, anche a causa dell’introduzione di specie aliene di gamberi, ossia specie non originarie del territorio. I risultati dimostrano come la maggioranza dei rispondenti non fosse a conoscenza della problematica delle specie aliene, evidenziando quindi l’importanza di azioni di educazione e divulgazione su questi temi.Inoltre, lo studio pubblicato su “diversity” evidenzia come sia indispensabile investigare conoscenze, abitudini e attitudini delle persone, prima di mettere in atto misure efficaci per la tutela di specie minacciate.
Lo studio scientifico completo è gratuitamente disponibile a questo link: |