Mercoledì 30 maggio l'Associazione WWF Lecco, in collaborazione con Parco Monte Barro, ha proposto "Serata di Miele", una serata a discorrer di api e miele, tra Pietro, Larissa, Federico e il pubblico, con domande e dibattito sui vari aspetti del metodo biologico.
"L'allevamento intensivo delle api, è l'unico tipo di attività agricola che non ha ricadute negative sull'ambiente, anzi, ne ha solo di positive" - ha detto Federico Valobra; le api, infatti, non producono rifiuti significativi, come i grandi animali di allevamento, e non "consumano" territorio, come le colture estensive. Anzi, la presenza delle api arricchisce l'ambiente grazie al servizio di impollinazione che i piccoli insetti svolgono gratuitamente in un raggio d'azione di 3 km intorno all'apiario.
Durante l'incontro sono stati sfatati alcuni luoghi comuni riguardanti le api e il miele - "Non è vero che le api sono operose, visto che gran parte del tempo lo passano riposando, sarebbe più corretto dire che sono efficienti, poiché l'organizzazione e il coordinamento interno dell'alveare rendono i momenti di lavoro molto fruttiferi" - oppure - "Sbagliano gli agricoltori che accusano le api di rovinare i frutti delle loro piante: i colpevoli di ciò non sono le api, ma le vespe e i calabroni, che sono dotati di mandibole in grado di lacerare la buccia dei frutti. Le api arrivano soltanto dopo, attirate dalle sostanze zuccherine contenute nei frutti.". Sono stati chiariti anche alcuni punti riguardanti il biologico - "Spesso si pensa che un prodotto biologico sia migliore di un prodotto non biologico. Questo non è vero, specialmente nell'ambito del miele. La differenza fra il prodotto biologico e quello non biologico non sta nel prodotto in sè, ma nella filosofia che sta dietro la produzione: i produttori biologici adottano tecniche che rendono la sua attività ecosostenibile e di minor impatto ambientale. Quindi comprare prodotti biologici non significa automaticamente consumare prodotti di qualità maggiore, ma significa sostenere un certo tipo di produzione". Gli esperti hanno anche elencato i problemi il mondo dell'apicoltura sta affrontando: dalle minacce "naturali", come la varroa (un acaro parassita proveniente dall'Asia che è in grado di distruggere completamente una colonia di api nel giro di una anno) a quelle artificiali, come gli insetticidi "sistemici" a base di nicotina (neonicotinoidi) spesso usati in larga scala nella produzione del mais. In riferimento a quest'ultima minaccia, Larissa Meani ha ricordato la straordinaria moria di api (oltre 300 alveari distrutti) recentemente verificatasi in Valtellina in seguito all'utilizzo di queste sostanze nella coltura del melo. "Il miele è un prodotto animale e vegetale allo stesso tempo, e per produrlo, le api vengono a contatto con tutti gli elementi principali: la terra, l'aria e l'acqua. Se anche uno solo di questi elementi è inquinato, l'ape lo percepisce. Per questo motivo possiamo ritenere l'ape un ottimo segnalatore del grado di inquinamento ambientale" - ha detto Federico Valobra. Infine, sono stati fatti degli accenni alle ultime tendenze riguardanti l'apicoltura, come quella urbana, di cui esistono alcuni esempi all'estero (New York, Londra, Tokyo) - "L'ambiente cittadino, essendo privo di quei pesticidi diffusi dalle colture estensive come quella del mais, può risultare più salubre per le api rispetto a quello rurale" - ha detto Larissa Meani. (articolo e foto di Davide Colombini - casateonline). A seguire sabato 9 giugno si è tenuta un'uscita all’Azienda Agricola "La Traccia" di Colle Brianza, con visita alle serre di produzione di verdura biologica, al laboratorio di smielatura e assaggi di vari tipi di miele, formaggi e vini locali. L'evento è stato organizzato con il contributo dell'Hotel Ristorante "Le Torrette" di Pescate (www.hotelletorrette.com), cui vanno i ringraziamenti dell''Associazione. I commenti sono chiusi.
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